Un altro grido d’allarme sui consumi, il cui indicatore, secondo la Confcommercio, scende dell’8,1% rispetto a settembre (quando era -5,1%), dopo la forte ripresa registrata nel terzo trimetre dell’anno. Perché? Il riacutizzarsi della pandemia e le prime misure di contenimento, che hanno di nuovo deteriorato la situazione dell’economia, con un tonfo della domanda relativa ai servizi di -27,7%.
I settori più colpiti riguardano la filiera del tempo libero: – 73,2% nei servizi ricreativi, – 60% negli alberghi, – 38% per bar e ristoranti. Un calo che ricorda molto da vicino quello registrato a marzo in occasione dello scoppio dell’emergenza coronavirus.
Per l’Istituto Studi di Confcommercio va male anche il Pil, in rapido peggioramento, poiché si stima una riduzione del 7,7% mensile e del 12,1 annuo. A meno di un eccezionale, ma improbabile, recupero a dicembre, il calo congiunturale nel quarto trimestre dovrebbe essere superiore al 4%. Tali valutazioni non cambierebbero le attese per il risultato finale del Pil 2020, tra -9% e -9,5%, grazie a un terzo trimestre decisamente più favorevole rispetto a quanto previsto, ma implicherebbero un’entrata ben peggiore nel 2021, sostengono alla Confcommercio, lasciando svanire le più ottimistiche previsioni di rimbalzo statistico per l’anno prossimo.
Per quanto riguarda i prezzi, infine, per il mese ancora in corso, l’Ufficio Studi stima una diminuzione dello 0,1% in termini congiunturali e dello 0,2% nel confronto con lo stesso mese del 2019, confermando la deflazione in atto da maggio.