La favolosa pole position di “Piedone il tiburtino”

Il suo straordinario talento gli permette di staccare in frenata dove gli altri non osano e di pennellare con particolare maestria la temuta Parabolica

Fra gli assi del volante che hanno scritto la storia dell’automobilismo, corso in Formula Uno e gareggiato sulla Pista d’Oro il campione del mondo ’78 della massima categoria del motorsport: il figlio di esuli istriani Mario Andretti (tutti lo chiamano “Piedone” per il piede destro sempre sull’acceleratore) ha “scritto” una pagina che gli appassionati ancora ricordano, nel GP di Monza ’82. In quella lontana edizione il pilota nato a Montona, attuale Croazia, viene chiamato da Enzo Ferrari tramite il suo fidatissimo collaboratore Franco Gozzi per sostituire lo sfortunato Didier Pironi vittima di un drammatico incidente avvenuto ad Hockenheim dopo la tragedia di Zolder che ha portato via il suo leggendario compagno di team Gilles Villeneuve. Il driver statunitense fin dalle prove libere del venerdì mostra un particolare feeling con la Ferrari e realizza al sabato una fantastica pole. Ancora una volta il Grande Vecchio non ha sbagliato la scelta puntando per una delle due corse di casa (l’altra è il GP di Imola dove l’autodromo in quel periodo era dedicato al figlio del Commendatore Dino Ferrari, oggi, porta il nome di Enzo e Dino) su un pilota affidabile e maturo. Il quello storico weekend “Piedone il tiburtino” non ha certo perso il suo straordinario talento, che gli permette di staccare in frenata dove gli altri non osano e di pennellare con particolare maestria la temuta Parabolica, il curvone che porta al traguardo indispensabile per presentarsi sul rettilineo principale con una velocità di punta molto alta. Il terzo posto finale di Mario Andretti, alla fine della stagione, risulta molto importante per consentire al Cavallino di conquistare la vittoria del titolo costruttori, in una delle stagioni più amare della sua storia.

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