I 103 anni di Iolanda, la prima donna ad indossare i pantaloni

E’ la cittadina più anziana di Marcellina con i suoi 103 anni. Iolanda Fornari, nata il 29 gennaio del 1910, è venuta alla luce al “Casello 24”,  nei pressi di Tivoli Terme. Suo padre Antonio Fornari, ex ferroviere, nel 1896 prese la medaglia di Bronzo al “valor militare” per la guerra d’Africa, fu uno dei pochi reduci della battaglia di Adua. Una vita da casalinga per la madre Rosalia Canini. Iolanda terza di cinque figli con la sua famiglia ha vissuto i due conflitti mondiali. Mentre Italo di 98 anni è l’unico fratello di Iolanda rimasto in vita. Iolanda, appena 19enne nel 1929, si trasferì a Marcellina, in località Colle 

Ciccone, con genitori e fratelli. E nello stesso periodo conobbe un ragazzone, suo coetaneo, che dopo due anni divenne suo marito. Il loro incontro fu singolare. 

 

L’incontro con suo marito e perché scelse lui, cosa le piacque?  
“Ricordo che a Marcellina durante una messa mi sentii male e così una signora mi soccorse. Mi portò fuori la chiesa e mi diede un bicchier d’acqua. Ma ancora non riuscivo ad animarmi. Quindi mi accompagnò a casa sua e fu proprio lì che vidi per la prima volta Evasio Ricci. Era il figlio di quella signora che poi divenne mia suocera. Dopo qualcuno ironizzò sul fatto che avessi fatto apposta nel sentirmi male, una scusa per conoscere quel giovane falegname di Marcellina”.


Poi il coronamento del loro amore.

“Scelsi lui perché era buono, bello e generoso, e soprattutto perché mi rispettava. Diceva sempre che quando stavo con lui era l’uomo più felice del mondo. Ci sposammo nel 1931 e da allora venimmo ad abitare a Marcellina, in via Regina Elena – racconta Iolanda – Non abbiamo avuto figli, ma sono felice lo stesso perché ho dieci nipoti e dodici pronipoti, i figli dei miei fratelli. Sono la zia di tutti e pure in paese mi chiamano la zia di Marcellina”.


Per Iolanda Fornari, martedì 29 gennaio, giorno in cui ha compiuto 103 anni, il centro anziani di Marcellina le ha dedicato un pomeriggio di festa. Nella struttura sociale di via Tolmino a fare gli onori di casa il presidente del centro Pasqualino Rossi che, dopo averla omaggiata con un mazzo di fiori, parla di lei “come la mascotte del centro”.

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Al compleanno di Iolanda erano presenti in tanti: soci e non solo. L’amministrazione comunale, infatti, ha delegato per l’occasione l’assessore alla Cultura Mario Cecchetti, mentre l’associazione Pro loco era rappresentata dal presidente Peppe Ricci. 

La 103enne socia del centro anziani fino a pochi anni fa andava persino al mare nelle gite organizzate.

 

Iolanda Fornari, qual è il segreto della sua longevità? 
“Mi sono sempre fatta gli affari miei e non ho mai dato fastidio alle persone. Seriamente dico che ho cercato di tener sempre vivi mente e corpo. Ho amato leggere ed uscire da casa, socializzare con gli altri compaesani. Ma soprattutto sto attenta anche all’alimentazione, mangio poco e sano con prodotti genuini. Inoltre sono una persona sincera e seria, forse questa è un’altra ragione della mia longevità”. 

 

La sua passione?
“Sono stati i viaggi in Italia, In Europa e nel mondo.
Insieme a mio marito abbiamo girato tanto, sempre in lambretta. Era bellissimo il senso di libertà che dava muoversi sopra le due ruote. Ricordo con piacere i viaggi sulle Dolomiti, in Svizzera, Austria e Polonia. Una valigia dietro la vespa e ci si sente padroni del mondo”.

 

Libertà, avventura, amore e lavoro. Una femminista già negli anni ‘20?
“Da giovane andavo a Roma da sola in una scuola di taglio e cucito, dove ho imparato il mestiere della sarta. Allora le ragazze specialmente nei paesi non si allontanavano da sole. Erano destinate a fare le casalinghe. A me piaceva cucire. Ho lavorato a casa fino a 38 anni fa, periodo in cui sono rimasta vedova. Quanti abiti, orli a gonne e pantaloni per i miei nipoti, oltre a tanti compaesani. Sono stata anche una delle prime donne ad indossare i pantaloni.  Sapevo cucirmeli e d’altronde per salire in vespa sono molto più comodi”. 

 

iolanda103cIolanda se avesse un’altra vita a disposizione che cosa farebbe?

“Mi sarebbe piaciuto fare la pilota di motociclette, ma a livello di passione non agonistico. Ma tenendo i piedi per terra penso che se non avessi fatto la sarta, avrei fatto la casalinga a tempo pieno come mia madre. Amo molto fare i dolci che sono la mia specialità, le mie ciambellette sono gustosissime, oltre alla pasta fatta in casa”.

 

Che cos’è per lei l’amore?
“L’amore è tutto nella vita: è felicità, comprensione, dedizione ed affetto verso i propri cari”.

 

Ha vissuto tanti avvenimenti, quali sono le cose per cui vale la pena vivere.
“Innanzi tutto essere amata totalmente dal proprio uomo. Veder crescere i propri nipoti e pronipoti e poi vale la pena vivere per poter fare il lavoro che ti piace e per il quale si è portati”.

 

Per quali personalità ha cucito i vestiti. Chi ricorda?
“Non ho fatto abiti per personalità di spicco, ma per tante donne di Marcellina e dintorni. In particolare ho cucito e ricamato abiti da sposa per generazioni di ragazze del paese”.

Gino Ferretta

 

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