Emergency sbarca a Corcolle: “Qui per unire i cittadini agli immigrati”

L’evento: comprendere il fenomeno dell’immigrazione

Barbara  menteLocale“Le periferie vivono non solo una marginalità geografica, ma anche culturale e sociale – spiega Barbara Oioli –. Il nostro compito è quello di unire i cittadini ed immigrati, lotteremo insieme per i nostri diritti”. All’evento del 24 febbraio, tenuto presso la sala teatro della parrocchia San Michele Arcangelo, hanno partecipato circa 90 persone tra residenti del quartiere e delle zone limitrofe. Ad arricchire il dibattito, la presenza di Marco Rossi, di Emergency, e di Aboubakar Soumahoro, dell’Usb, entrambi intervenuti per raccontare le proprie esperienze nel campo dell’immigrazione.

 

“Molti immigrati si ammalano lavorando in condizioni disumane”

I dati di Emergency parlano chiaro. “Nelle nostre strutture sparse per l’Italia abbiamo constatato come molti immigrati, che hanno resistito ai terribili viaggi in gommone, si ammalino lavorando – spiega Marco Rossi –. È il caso di ipertensione, ulcere e gastriti, dolori osteoarticolari e muscolari da traumi lavorativi”. Tutte malattie e traumi causati da quegli impieghi lavorativi che rasentano il limite della schiavitù, in particolar modo nelle piantagioni del sud Italia.

 

“Prima vendono le armi, poi non vogliono l’immigrazione”

A mettere in luce l’incoerenza di alcuni stati europei ci pensa Aboubakar Soumahoro, dell’esecutivo nazionale Usb, con una forte esperienza nel campo dell’immigrazione: “Alcune nazioni prima armano i ribelli in Libia, poi si lamentano se gli sbarchi sulle coste europee aumentano di giorno in giorno. Queste sono le persone che scappano dalla guerra che loro finanziano, soprattutto attraverso la vendita di armi. È il caso del famoso caccia che la Francia ha venduto alla Egitto: dopo pochi giorni è stato utilizzato per i bombardamenti”. Aboubakar ricorda inoltre, come il sistema dell’accoglienza in Italia è inadeguato e finalizzato solo alle logiche del profitto. Una visione emersa anche dall’inchiesta di Mafia Capitale. “Un sistema che ha messo per strada 13 ragazzi che vivevano all’interno del centro Namastè di Ponte di Nona, solo per aver chiesto quanto gli spetta”, conclude.

 

Presenti anche gli ospiti del centro d’accoglienza di Corcolle alto

Mamadi, Mohamed, Bubba e Mambu sono gli ospiti del centro di accoglienza di Corcolle alto, a via Novafeltria, che hanno partecipato all’incontro. I cinque ragazzi provengono da Senegal, Guinea e Gambia e sono tutti giovanissimi: 27, 18, 19 e 20 anni. L’italiano lo parlano poco, così hanno preferito essere intervistati in inglese: “Siamo stati invitati all’incontro dall’associazione, in particolar modo da Claudio Roncella (socio fondatore di MenteLocale ndr), abbiamo capito poco ma siamo contenti dell’iniziativa. “Siamo stati invitati all’incontro dall’associazione, in particolar modo da Claudio Roncella (socio fondatore di MenteLocale ndr), abbiamo capito poco ma siamo contenti dell’iniziativa – dicono -. Non abbiamo avuto problemi con gli abitanti, anzi ogni tanto ci scappano due chiacchiere per le vie del quartiere”.

 

All’evento non hanno partecipato, però, gli organizzatori della protesta del settembre scorso. Un’occasione sprecata per mettere una pietra sul passato, dimenticando quella spiacevole nottata.

l.l.g.

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