Per fortuna c’è Gracia
A soli 200 metri da quel caos futuristico, alle spalle dei palazzoni privi di vita, mi aspettava il mio futuro quartiere, la mia casa, e lo è tuttora. Il barrio di Gracia è uno dei quartieri più antichi e con più storia che Barcellona conosca. Tanto che, fino a un secolo fa, era considerato un paesino a se stante. Solo con lespandersi della città e la conseguente annessione delle periferie, ne divenne a tutti gli effetti un una parte fondamentale.
Da Placa Cataluna basta incamminarsi verso nord lungo il famoso Paseo de Gracia, il vialone alberato ai cui lati si susseguono tutti i negozi delle marche più ricercate dai turisti spendaccioni, attraversare la Avinguda Diagonal, ed infilarsi in una delle prime stradine che si trovano e benvenuto dove il tempo si è fermato.
E divertente scoprire che quello che adesso è il viale dello shopping, anticamente era solo una mulattiera che dalla città permetteva di arrivare a Gracia, da qui il nome Paseo de Gracia, passaggio verso Gracia.
Stradine tranquille, localetti dallatmosfera incontaminata dallidea di guadagno, piazzette dove bere una birra allaperto, ragazzi in skate, bicicletta, giovani coppie con i passeggini (una rarità nellItalia della crisi economica), bambini che giocano e schiamazzano liberi, piccole gallerie darte, cinema,
Lì, dove il tempo si è fermato
Sembra davvero una piccola società utopica dove tutto funziona a meraviglia, quasi la
![]() ![]() |
Journal |
materializzazione dei racconti che i nonni ti fanno da bambino, immagini alle quali non associavi mai macchine, disordine, consumismo.
Gracia è tutto ciò, è il posto dove la qualità della vita di qualsiasi persona tocca estremi mai immaginati, un posto dove puoi spostarti a piedi ed usufruire di qualsiasi cosa ti possa servire.
Personalmente adoro passeggiarci di notte, tra le viuzze illuminate da vecchi lampioni che diffondono quei colori tipici delle vecchie foto di carta ingiallite dal tempo e dagli sguardi che per anni le hanno osservate.
Magari ti fermi al Journal, un piccolo pub le cui pareti sono rivestiti da vecchie pagine di vecchi quotidiani di ogni nazionalità e mentre stai con le spalle appoggiate al muro ti volti e leggi Corriere della sera, anno 1971.
Cammini 5 minuti e arrivi a Placa Villa de Gracia, col la torre dellorologio al centro e i ristorantini intorno e ti godi le buonissime tapas di Bo, il mio preferito.
E ancora presto per andare a dormire e fai un salto a Placa de Sol, interamente rivestita di marmo e piena zeppa di ragazzi di ogni nazionalità seduti in terra a bere, fumare, chiacchierare, giocare a carte. Il tutto con una silenziosa civiltà che nel nostro paese stiamo pian piano perdendo.
“E’domenica”
![]() ![]() |
Placa de la Virrenia |
La domenica mattina, per esempio, non puoi perderti lo spettacolo di Placa de la Virrenia, una antica piazza su cui si affaccia una vecchia chiesa e dove centinaia di coppie si danno appuntamento per ballare al ritmo di swing. E una esperienza fenomenale vedere cosi tanta gente danzare felicemente allaperto, coinvolgendo passanti, curiosi ed infettando di spensieratezza chiunque si trovi li in quel momento.
Stanco? Bene, un caffè a Placa de la Revolucion, un antica piazza che prende il nome dai numerosi scontri che gli abitanti ebbero contro gli squadroni di Franco.
Gracia fu ed è tuttora una roccaforte del catalanismo, di quel sentirsi parte di un qualcosa che non è riconosciuto agli occhi del mondo. Un catalano in spagna ha la sensazione di vivere in un corpo che non gli appartiene. Camminando per queste vie ascolterete parlare in catalano, leggerete insegne, annunci, cartelli, tutto in catalano.
Forte orgoglio catalano
Anni fa, tra queste strade, mi sono ritrovato a discutere di questo con unanziana: Io sono
![]() ![]() |
Placa Villa de Gracia |
italiano e calabrese, ma non mi sognerei mai di parlare in dialetto ad uno straniero che vive in Italia, e parla bene la mia lingua. La sua risposta fu secca, decisa e mi fece comprendere tante cose: Il catalano non è un dialetto ma è una lingua, la catalugna non è una regione, come la tua Calabria, ma è una Nazione.
Io non sto qui a giudicare se sia giusto o no questo indipendentismo che si respira sempre con maggiore intensità, anno dopo anno, so per certo che non è solo una questione economica.
Tutto va al di là dei soldi e della comunità europea. È unesigenza culturale che la gente di qui vive sulla propria pelle e, per citare Almodovar, potremmo dire La pelle che abito per un catalano non è quella che lEuropa e Madrid gli impongono. Solo vivendo a Gracia e camminando in mezzo a questa gente puoi capire il senso della loro richiesta.
Strade in festa d’estate
E se vi capita di passare a Barcellona durante la settimana di ferragosto, siete obbligati a venire a qui: in quei giorni si festeggia la festa del quartiere e gli abitanti gareggiano tra di loro ad addobbare in maniera fantasiosa la propria via di casa. Creano delle vere opere darte, strade a tema con scenografie pari a dei set cinematografici e poi baldoria, danze, birra, canti.
Una settimana dove non ci si ferma mai.
Perché questa è Gracia, il posto dove lunica cosa che si è fermato è il tempo.
Alessandro Neri