Italo, tiburtino doc: ecco come essere al top della forma ad 84 anni

10363841Nel 1962 ha sposato Sofia, con un matrimonio che fece discutere tutto il paese: la sposa indossava una gonna appena sotto il ginocchio e il rinfresco fu celebrato in un bar alla presenza di appena 15 invitati. Lo racconta col sorriso, già da allora era un innovatore. Una favola che dura da 54 anni (60 contando il fidanzamento). Dopo la famiglia, la sua passione più grande è lo sport che ha praticato per tutta la vita e a cui ancora oggi non sa rinunciare: dalla corsa, al nordic walking, fino allo yoga, la bicicletta, la scalata, il nuoto e lo sci. Italo è una persona davvero “di cuore” e un gran parlatore, si definisce poco orgoglioso e molto estroverso, per questo è sempre circondato da tanti amici anche molto più giovani di lui, come dice sempre: “chi non ha avuto amici non ha vissuto veramente”. Nella vita, oltre ad aver lavorato per più di 30 anni come impiegato all’ospedale di Tivoli –“senza un giorno di malattia”, tiene a precisare- è stato un fotografo e pittore autodidatta, ed è appassionato di poesie in dialetto tiburtino, ne ha sempre una giusta da recitare in ogni occasione.

Un fisico da atleta, una salute di ferro e un cuore d’oro: fa attività fisica ogni mattina e tre giorni a settimana  sulla strada di Pomata  percorre dagli 8 ai 12 km,   oltre a praticare  Yoga  coma autodidatta con risultati eccellenti. A Tivoli lo conoscono tutti non solo perché ha lavorato per trent’anni come impiegato in ospedale, ma anche per il suo buon umore e per il grande legame con le tradizioni della sua amata città.  E’ facile incontrarlo mentre prende il suo caffè a “Lu Barittu”, nel centro storico, dove ogni giorno va a passeggiare, sempre pronto a scambiare due parole, a raccontare qualche aneddoto o a recitare una poesia in tiburtino, un’altra delle sue grandi passioni. Sorridente, pieno di energia e vitalità. Ma quale è il suo elisir di giovinezza? Ce lo ha rivelato in questa intervista, da leggere come un vero e proprio vademecum per vivere il passare degli anni con il corpo e la mente sempre al top.    

Quanto conta la genetica per arrivare così in forma a 84 anni?
Sicuramente gioca un ruolo importante e in questo senso mi sento fortunato visto che  i miei nonni paterni hanno vissuto fino a 106 anni e mia mamma fino  a 90 anni.  Poi conta molto lo stile di vita, il mio motto è “aiutati che Dio ti aiuta”, per questo conduco una bella vita  sana e non sedentaria cercando di contagiare anche chi mi sta accanto: sono riuscito a far smettere di fumare molti amici e per questo c’è ancora chi mi ringrazia. Un altro segreto della mia giovinezza sono le premure di  mia moglie,   da quando stiamo   insieme, non mi ricordo un giorno in cui non mi abbia portato il caffè al letto!  

14885733Ci descrive la sua giornata tipo ?
Mi sveglio prestissimo, verso le cinque, faccio dai 40 ai 60 minuti di Yoga, stretching e ginnastica, poi faccio un’ora di rulli con la cyclette e tre volte a settimana vado a Pomata a camminare per circa 8-12 km.   Torno a casa, faccio la doccia e riposo. Ogni giorno controllo il mio peso e la pressione. Non ambisco ad arrivare a 200 anni, ma mi piace vivere in buona salute e per farlo ti devi trattare bene.

Per mantenere questo stile di vita sano ha dovuto fare qualche rinuncia?
Ho dovuto limitare il mio tempo con gli amici, perché con loro saltavano tutte le mie pratiche alimentari. Per me sono sempre importantissimi perché come dico sempre, “chi nella vita non ha avuto amici non ha vissuto”, ma con gli amici bisogna togliere i freni, si deve bere, mangiare, dire le fesserie. Con gli amici la moderazione non esiste.

Ha un fisico asciutto e snello da fare invidia anche ai più giovani!
Non posso lamentarmi e devo ammettere che mi piaccio. L’altro giorno durante la presentazione dello spettacolo teatrale de Lu Tramvai, ho indossato un vestito blu di 35 anni fa, taglia 48. Una bella soddisfazione!

Quali sono i segreti della sua dieta?
La mia più che una vera e propria dieta è un’ abitudine al mangiar sano. Di solito faccio un pasto al giorno e la sera mangio qualcosa di molto leggero, come una minestrina. Consumo tantissima frutta e verdura di stagione, pochissima carne, ma adoro il formaggio, specialmente quello sardo che ricorda le mie origini. Evito i  dolci, solo in occasione di qualche festa assaggio la torta, ma non rinuncio ad un bicchiere di buon vino per brindare alle occasioni speciali. Non sono un fanatico del bio, ma cerco sempre ingredienti sani e genuini possibilmente del territorio o prodotti italiani. Anche nell’alimentazione mia moglie Sofia è di grande aiuto, è come una dietista, già sa ciò che mangio ed è sempre attentissima alla salute.
Oltre a mantenersi in forma smagliante, anche il suo look è sempre impeccabile.   
Credo che l’aspetto estetico sia fondamentale,  ci tengo a mantenere l’attenzione per la cura personale e   scegliere per ogni occasione l’abito giusto.   Per fare sport, ad esempio,   indosso un abbigliamento tecnico adeguato.   Vi  confesso, poi, che prima di uscire di casa  sono mia moglie e mia figlia  che danno l’ultima parola sul mio look.

14875396Lo sport è sempre stato una parte importante della sua vita, che attività praticava da giovane?
Ho sempre preferito gli sport individuali, li ho provati quasi tutti: sci, corsa, marcia, mountain bike, bicicletta da strada, scalata e infine lo yoga che ho imparato da autodidatta attraverso un libro che mi ha regalato mio figlio. Dal 1970 per 30 anni, ogni giorno prima di iniziare il turno in ospedale mi svegliavo alle quattro e andavo a correre 14 km e dopo la doccia andavo a lavorare tutto il giorno, in piedi allo sportello dell’ospedale. Un’abitudine che ho trasmesso anche ai miei figli: per tutti gli anni delle scuole medie e del liceo prima di andare a scuola venivano con me a correre ogni mattina, non a caso poi entrambi hanno studiato L’ISEF. Quando andavo a Pomata nel 1970 ero l’unico che correva, molti mi prendevano in giro, dicendomi “chi te lo fa fare!” e invece ora vedo con piacere e sempre più persone praticano questi sport. Ma nella vita non ho solo corso: ho fatto anche alcuni Triaton (nuoto-bici-corsa) e altre due mie passioni sono la scalata e lo sci. Fino agli 80 anni ho festeggiato ogni anno il mio compleanno sul Gran Sasso stappando una bottiglia di Champagne.

Ha  partecipato anche a qualche competizione sportiva?
Per 17 anni ho partecipato alla corsa Subiaco-Livata, ho corso anche in 20 maratone di tutta Italia e in 3 in Grecia. Un’emozione che ricordo è stato fare i 5000 metri nella pista di Delfi, e correre nel circuito di Olimpia.  Ho vinto anche delle gare di sci, in particolare ne ricordo una all’età di 79 anni: due anni prima avevo rotto tutti i legamenti del ginocchio e l’ortopedico mi aveva avvisato che difficilmente avrei più potuto sciare in futuro. Alla vittoria assistette incredulo anche lui.  

In seguito ha avuto altri problemi o infortuni?
Si, purtroppo l’anno scorso ho avuto un infortunio e mi sono dovuto operare all’anca. Dopo l’operazione sono stato a Villa Dante, ma dopo 10 giorni mi hanno rimandato a casa: mi svegliavo ogni mattina e anche con le stampelle camminavo qualche km.

Si dice “Mens sana in corpore sano”, cosa fa  per mantenerti giovane mentalmente?
Io sono un parlatore e ho molti interessi: mi piacciono molto le poesie, conosco a memoria il terzo canto della Divina Commedia oltre a centinaia di poesie in dialetto tiburtino di Tito Silvani. Inoltre passo molto tempo con l’associazione Lu Tramvai e credo davvero che a stare vicino a questi giovani non si invecchi mai.

 Cosa ne pensa dei suoi coetanei?
Non ho amici della mia età perché purtroppo vedo che hanno uno stile di vita troppo diverso dal mio: li vedo ogni mattina alle sette all’angolo della piazza Garibaldi, e quando ripasso all’ora di pranzo sono ancora lì. Secondo me, e lo dico con moltissimo rispetto, “muoiono di noia”.

E lei dei suoi  84 anni cosa pensa?
Sono orgoglioso   di esserci arrivato così, non capisco coloro che si vergognano di dire la propria età.   E’ vero che il corpo invecchia e che abbiamo le rughe, ma sentirsi giovane, non sono solo io a dirlo,  è soprattutto una questione di testa.

 

di Elena Giovannini

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