Il chirurgo dei Vip si racconta: “il ritocchino? Tutti lo fanno, nessuno lo dice

Chi è Giulio Basoccu quando non indossa il camice?

Sono un uomo normale, amo il mare e la barca a vela e soprattutto sono appassionatissimo di cucina, il mio cavallo di battaglia è il Cassatiello Napoletano. Il grande amore della mia vita sono le mie due figlie, Giulia, 19 anni e Guia, 17.

Chirurgo estetico e papà di due figlie adolescenti, un doppio ruolo difficile oggi che il ricorso al “ritocchino” è sempre più in voga anche tra le giovanissime. Le sue figlie le hanno mai chiesto un intervento? Quale è la sua risposta?

Me lo chiedono continuamente! (ride ndr) La mia risposta per ora è assolutamente no, sono contrario alla chirurgia plastica in età precoce, deve essere una scelta matura e ponderata autonomamente. Quando cresceranno però non avrò nulla in contrario purché sia una loro libera scelta, anche se per me sono già bellissime così.

ride passeggia basoccuOggi essere belli sembra essere un imperativo per tutti, non solo nel mondo dello spettacolo. Pensa che a volte ci sia troppa leggerezza nel ricorrere al bisturi?

È vero che negli ultimi anni il settore non è più relegato a un pubblico di élite e sempre più persone hanno la possibilità di farvi ricorso. Per quanto riguarda la leggerezza però ogni caso va valutato singolarmente, le ragioni che portano una persona nello studio di un chirurgo estetico hanno a che fare con motivazioni profonde molto più spesso di quanto si pensi. Per questo l’intervento è sempre preceduto da un percorso in cui si instaura una comunicazione profonda con il paziente che spesso diventa anche un vero rapporto di fiducia e amicizia reciproca.

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Nonostante questo rapporto così stretto tra paziente e medico però molti famosi che si sono rivolti a lei poi in pubblico hanno fatto finta di non conoscerla …se l’è presa?

Assolutamente no, fa parte del gioco e in quanto professionista rispetto la privacy dei miei clienti molti dei quali preferiscono non dire in pubblico di essersi sottoposti a interventi estetici. E li capisco perché in Italia c’è molta ipocrisia in fatto di chirurgia estetica e dopo la “confessione” si è costretti a subire critiche e polemiche. Va molto di moda giudicare ma spesso proprio chi giudica è il primo che fa uso di questo strumento, insomma si predica bene e si razzola male, soprattutto nel mondo dello spettacolo.

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In 25 anni nel suo studio sono passati pazienti di tutti i tipi, si ricorda qualche episodio curioso?

Ce ne sono tantissimi! Ricordo il caso di un famoso attore di teatro che si presentò nel mio studio prenotando con un altro nome, convinto che non potessi riconoscerlo. Invece appena lo vidi mi accorsi che non era chi diceva di essere, chiarimmo subito i motivi di questo comportamento e alla fine diventammo anche amici.

Quale è la richiesta più assurda che ha ricevuto?

Un noto giornalista entrò nel mio studio dicendo: “fammi diventare bello, sono disposto a qualunque cifra e ad affrontare qualunque intervento”. Una richiesta generica quanto strana, che ha richiesto l’inizio di un percorso psicologico mirato all’accettazione del proprio corpo da parte del paziente. Di casi come questi ce ne sono parecchi, si pensa al chirurgo come a un mago che può risolvere ogni problema invece non è così. La chirurgia può e deve essere un mezzo per sentirsi meglio con il proprio corpo ma in alcuni casi ci sono problemi più profondi ed è necessario rivolgersi a professionisti di altri ambiti.

Elena Giovannini

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