Gli amici raccontano che fino a qualche settimana fa giocava a tennis e faceva jogging. Ma nel giro di sei giorni ha scoperto la malattia che non gli ha lasciato scampo.
Setteville di Guidonia piange Stefano Salerno, l’avvocato civilista scomparso lunedì sera 30 novembre a soli 44 anni all’ospedale “San Raffaele” di Roma, dove era stato ricoverato venerdì 27 a causa di un male incurabile. I suoi funerali saranno celebrati oggi pomeriggio, mercoledì 2 dicembre, nella chiesa di Santa Maria a Setteville dal parroco don Gino Tedoldi, il sacerdote che lo aveva scelto come braccio destro nella divulgazione del Vangelo e nell’organizzazione della Sagra della Cucina Regionale, l’evento che dall’estate 1996 calamita migliaia di visitatori nella frazione. Con Stefano Salerno se ne va un uomo di grande Fede e di uno spiccato senso della Legge.
Nato il 23 ottobre 1976, diplomato al Liceo scientifico “Ettore Majorana” di Guidonia, laurea in Giurisprudenza, fin da adolescente Stefano era cresciuto nell’ambiente parrocchiale. Non aveva ancora vent’anni quando il 18 marzo 1996 don Gino Tedoldi fu assegnato alla guida della comunità di Setteville e tra i due fu subito feeling. Sposato con Anna, padre di sette figli – 5 maschi e 2 femmine – di età compresa tra i 17 e i 4 anni, Stefano Salerno è stato sempre impegnato nel sociale.
Catechista, Responsabile del Gruppo Post Cresima, motore della festa patronale in onore di Santa Maria, nel 2005 fu anche uno degli ideatori della prima vera lista civica in città, quella di “Setteville in Comune” che sosteneva la candidatura a sindaco di Michele Venturiello, collega avvocato e amico di lunga data, che ha vissuto accanto a lui il dramma della scoperta della malattia. “Fino a tre settimane fa giocava a tennis – racconta addolorato Venturiello – Da qualche giorno non si sentiva bene, così martedì scorso (24 novembre, ndr) si era sottoposto ad una ecografia che gli aveva diagnosticato un male incurabile”.
“La situazione è precipitata subito – continua Venturiello – Venerdì è stato ricoverato per accertamenti e lunedì sera si è addormentato tra le braccia della moglie”.
“Molto intelligente ed equilibrato – lo descrive don Gino, che oggi celebrerà il funerale – fin da subito è stato un mio fedelissimo fino a diventare il mio braccio destro nell’organizzazione della Festa Patronale e soprattutto in parrocchia. Insieme al mio ex vice parroco don Giuseppe (stroncato tre anni fa dalla Sla, ndr) coordinava il Gruppo del Post Cresima con 180 ragazzi dai 13 ai 18 anni. Stefano è stata una persona in cui si raccordavano la parola del Vangelo con la vita. Era riuscito ad affermarsi come avvocato anche in un buco come Setteville perché per i clienti era un punto di riferimento professionale ma anche umano.
Io non sono stato genitore di nessuno, ma Dio mi ha donato la paternità vera, quella che ti dà immense gioie e grandissimi dolori: con la morte di Stefano ho perso un figlio”.