Il “tiburtino” d’America

Eddie Cheever, ha raggiunto in F1 prestigiosi risultati come Monza ’88

Fra i top driver che hanno girato sulla Pista d’oro (Km 19 della Tiburtina), giunti nella categoria regina dell’automobilismo c’è Eddie Cheever. Talento, determinazione e costanza hanno caratterizzato la lunga carriera del pilota americano capace di raggiungere prestigiosi risultati con auto non molto competitive, come accaduto a Monza’88 quando termina la corsa con la sua Arrows dietro le Rosse di Gerhard Berger e di Michele Alboreto. Il punto di svolta nella carriera del pilota si manifesta nel 1978, nel momento in cui il debuttante ferrarista Gilles Villeneuve fatica non poco a conquistare risultati. In quel periodo il Grande Vecchio pensa allo statunitense, fino a quando il canadese trionfa nel suo paese. E’ l’inizio della “febbre Villeneuve”, un virus sportivo generato dalle strabilianti e spettacolari performance dell’Aviatore (i suoi meccanici lo chiamo in questa maniera perché in pista, a volte, decolla letteralmente). “Il pilota dal coraggio leonino” così lo descrive il più grande giornalista sportivo automobilistico: Mario Poltronieri, conclude la sua eccezionale favola nel GP del Belgio nel 1982, con un drammatico incidente. Proprio la tragedia di Villeneuve ripropone la questione sicurezza e Cheever sarà uno dei piloti più attivi su questo fronte. L’impegno del pilota americano, con una serie di colleghi, ha contribuito alla nascita dell’attuale GPDA (Grand Prix Driver Association) il “sindacato” dei piloti presieduto in passato anche da due leggende come Ayrton Senna e Michael Schumacher.

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