Smart working e borghi medievali: il lavoro da casa a sostegno della tradizione

Incentivi e sgravi fiscali a chi decide di trasferirsi nei piccoli centri del Lazio

Slow life

Lavorare a distanza, da casa, in uno dei tanti borghi medievali laziali con meno di 5mila abitanti: è questo l’obiettivo della proposta di legge presentata dall’Associazione nazionale Comuni d’Italia e dal Comitato tecnico scientifico “Borghi più belli d’Italia”.

Per favorire le famiglie a trasferirsi, Anci e Cts chiedono incentivi e agevolazioni alle imprese e alla pubblica amministrazione per mandare i propri dipendenti, su base volontaria, a vivere nelle paesi intorno a Roma e agli altri capoluoghi della regione, consentendo loro di lavorare da casa.

L’obiettivo è che le imprese garantiscano occupazione per almeno per 5 anni e che il Comune preveda incentivi e sgravi fiscali alle famiglie, ad esempio sull’Imu e Tari, per almeno dieci anni. Non solo, nella proposta si prevedono fondi alle amministrazioni comunali per ristrutturare i propri edifici, creare spazi condivisi e migliorare i servizi per accogliere le persone.

In questo modo il ripopolamento potrebbe essere duraturo e il Lazio diventare una regione modello per scongiurare la fine delle piccole ma preziose realtà territoriali.

Smart working, garanzia dei servizi essenziali e di incentivi, valorizzazione delle attività locali e artigianali, sono dunque i punti su cui ragionare per garantire alle famiglie una nuova “slow life” che potrebbe, forse, rendere più felici.

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1 commento su “Smart working e borghi medievali: il lavoro da casa a sostegno della tradizione”

  1. Bellissima iniziativa, però lascerei questi borghi meravigliosi agli anziani, debitamente monitorati dalle ASL e non abbandonati a se stessi. I giovani lasciamoli lavorare e produrre, quanto più possibile vicino ai luoghi di lavoro.

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