Un settore, quello assicurativo, che ha un ruolo da protagonista sia nella transizione energetica, sia nel percorso verso modelli economici più sostenibili. Questo, è stato detto durante l’evento Insurance Summit 2021 (organizzato dall’Ania, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, nell’ambito delle iniziative legate alla presidenza italiana del G20), significa migliorare l’ambiente e contribuendo a progettare un diverso welfare. Certo, non risulta molto comprensibile capire, nel grande mare della transizione ecologica, cosa significa “raggiungere la neutralità climatica entro il 2050” e di come le imprese assicurative siano “un alleato essenziale in questo percorso”.
I discorsi sono i medesimi: dopo aver superato la crisi sanitaria, servono interventi in un’ottica che non lasci indietro nessuno e che riduca le disparità oggettive che si sono create per famiglie ed imprese in conseguenza della pandemia”, ha sottolineato Bianca Maria Farina, presidente di Ania aggiungendo che occorre, appunto, “un nuovo sistema di welfare, basato sulla complementarità tra pubblico e privato. Un sistema che garantisca in modo integrato la copertura dei bisogni di protezione della popolazione contro un’ampia gamma di rischi”.
Tutto ciò sottolineato pure da Mario Draghi, per il quale “Il ruolo di congiunzione tra risparmio privato e tessuto produttivo consente di aiutare le aziende a mettere in campo soluzioni preventive contro i rischi climatici. La gestione mutualistica del rischio contribuisce a ridurre l’impatto economico degli eventi meteorologici estremi. L’orizzonte di lungo termine può indirizzare gli investimenti verso progetti che portino a una crescita sostenibile”.