L’uomo più influente della Prima Repubblica oltre a sapere molto scriveva anche tanto. Così il sette volte Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, ha realizzato nel corso della sua vita alcuni diari inediti, che cominciano il sei agosto 1979 e finiscono il ventidue luglio 1989, quando l’autore assume la guida del suo sesto governo. Il “Divo” diventa il cardine del nostro Paese in un periodo storico delicato e cruciale. I rapporti con l’alleato americano da Jimmy Carter a Ronald Reagan, con l’URSS da Breznev a Gorbaciov, la rivoluzione iraniana, dell’eterno conflitto in Medio Oriente e la tormentata nascita dell’unità europea sono al centro delle vicende di un uomo che ha rappresentato come nessuno il potere. La politica italiana, i rapporti con la Chiesa la leggenda narra che il “Divo” entrava direttamente senza essere invitato nello stanza dove il pontefice accoglieva solitamente i suoi ospiti e molto probabilmente si tratta di una frottola, una delle tante che il volume scritto da Serena e Stefano Andreotti, figli di Giulio Andreotti, provano a “correggere”. Ovviamente, all’interno delle 420 pagine edite da Solferino trovano spazio pure notazioni personali. Soprattutto non passano certo inosservati giudizi pungenti e memorabili battute di spirito marchio di fabbrica del “Divo”.
FGI