Tivoli. La villa dei predatori

L’enorme struttura viene realizzata in differenti fasi vicine fra loro: fra la fine della repubblica e l’inizio dell’impero

Nello spazio sottostante la zona “Girata delle Carrozze” in età classica sorgeva una villa signorile, con più piani caratterizzati da una struttura davvero molto imponente. Purtroppo, sul finire dello scorso secolo (1990) a causa di alcune piogge prolungate uno dei terrapieni artificiali crolla danneggiando buona parte dell’antica struttura romana. Infinto è, però, l’elenco degli oggetti asportati nei secoli precedenti. Nel 1773 emergono 33 statue, un grande mosaico finito nella lontana Russia e ben sei imponenti colonne di marmo. Nel 1739 trentanove “pezzi” della grande villa tiburtina, erroneamente nel tempo attribuita prima a Bruto e poi a Cassio, terminano nelle sale dei Musei Vaticani. L’enorme struttura viene realizzata in differenti fasi vicine fra loro: fra la fine della repubblica e l’inizio dell’impero. (Nella foto la platea inferiore della villa realizzata dall’incisore Luigi Rossini).
FGI
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