GUIDONIA – TeatroFestival, va in scena “In principio era un buco”

Domenica pomeriggio alle 17,30 all’Imperiale il monologo di Luigi Di Sario in gara per il “Premio Corvo d’Oro”

Domenica pomeriggio 3 aprile, alle 17,30 al Teatro Imperiale di Guidonia va in scena il secondo spettacolo in cartellone per la dodicesima edizione del TeatroFestivalCittà, rassegna organizzata dalla direttrice Anna Greggi dove 12 compagnie amatoriali e professionali presenteranno i loro lavori inediti per conquistare l’ambito “Premio Corvo d’Oro”.

Nella Sezione Dilettanti sale sul palco Luigi Di Sario, autore, regista e attore di “In principio era un buco”, monologo autobiografico in italiano con battute in dialetto barese di un uomo che torna nella sua terra d’origine, un rione alla periferia di Bari, il quartiere San Paolo, chiamato anche “CEP” (Centro Edilizia Popolare), costruito tra gli anni 60 e 70, nell’era della speculazione edilizia.

Un percorso di memoria, identità e testimonianza sociale della vita di periferia, dove “CEP” non è che uno dei tanti quartieri popolosi e popolari del Sud d’Italia e del mondo, come lo Zen a Palermo, Forcella a Napoli, il Librino a Catania, dove si vive di poche cose e gli abitanti convivono con la delinquenza e la pessima reputazione. Eppure, quei luoghi dell’adolescenza sono carezze per la cura dell’anima e rappresentano il mondo di una memoria lontana che sostiene la necessità ancestrale dell’uomo di tornare a sé stesso. Sempre al punto di partenza.

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Luigi Di Sario, 55 anni, barese trasferito a Roma nel 1990, è un sottufficiale dell’Esercito in servizio nel settore amministrativo del Ministero della Difesa, socialmente impegnato in “Non Solo Chiara”, Onlus in prima linea contro la violenza di genere, attore dal 2005.

Racconta di aver scritto il monologo autobiografico “In principio era un buco” nel 2017 e di averlo portato in scena due anni dopo nella sua Bari, poi a Napoli, quindi a Roma e infine al Piccolo Teatro dei Sassi di Montecelio. E ora all’Imperiale di Guidonia, per il “Premio Corvo d’Oro.

E’ un lavoro a cui ho dedicato tanto tempo e tanta anima – spiega Di Sario – Circa 8 mesi di studi e preparazione, altri sei mesi per scriverlo. E’ la mia quarta opera, la più intima, dedicata a mia madre e a quel mondo di luoghi antichi e di amicizie giovanili quando ci si divertiva con semplicità”.

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Un monologo a sfondo sociale. “Parlo del ritorno di un uomo adulto nella sua terra che ricorda amori giovanili e amici d’infanzia, un mondo in cui negli 80 da bambino e adolescente condivideva coi coetanei il gioco del pallone, lo schiaffo del soldato e le biglie, mentre le coetanee giocavano a campana: giochi di gruppo per strada, lontani anni luce dai social network e dalle teste dei ragazzi di oggi perennemente piegate all’ingiù”.

Perché vedere “In principio era un buco”?

“Perché è uno spettacolo vero, senza finzioni – conclude Di Sario – è la verità raccontata col cuore in cui ognuno di noi può ritrovare pezzi della propria storia”.

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