Nel tardo pomeriggio di giovedì 23 giugno a Palombara Sabina l’intitolazione al pittore bolognese Enea Monti del largo antistante l’abbazia di san Giovanni in Argentella, con lo scoprimento della targa che non è solo indicazione toponomastica, ma è anche traccia della figura e della personalità dello stesso, l’artista che a fine ‘800 cercò di far uscire dall’abbandono il gioiello architettonico.
Alla cerimonia erano presenti il sindaco Alessandro Palombi, gli assessori Elisabetta Cesari, Ilenia Franconi e Eddy Sarnacchiaro e il comandante della Polizia Locale, Danilo Piergotti. Era presente anche il Vescovo della Diocesi di Sabina e Poggio Mirteto, Monsignor Ernesto Mandara che al termine della cerimonia ha benedetto la targa e questa sua presenza ha dato maggiore risalto all’evento. Era infatti la prima volta che il vescovo veniva a San Giovanni in Argentella da quando, nei primi mesi del 2020, la Diocesi ne aveva avuto l’affido. Una presa di possesso ufficiale dell’antica abbazia.
Il pomeriggio di festa della ricorrenza di San Giovanni Battista è iniziato con la celebrazione della Santa Messa officiata dal Vescovo, presenti altri prelati tra cui il parroco e rettore dell’abbazia don Luigi De Angelis, monsignor Bruno Marchetti, don Pierino Menolfi e don Antonio Treppiedi in una chiesa piena di tanti fedeli che poi hanno partecipato all’evento organizzato dal Comune di Palombara Sabina e dall’Associazione socio-culturale “La Palombella” in programma nel piazzale antistante.
Dopo lo scoprimento della targa ad opera del sindaco Palombi e dalla presidente dell’Associazione “La Palombella”, Daniela Fava, il Sindaco ha rivolto il saluto ai presenti e ha ringraziato l’Associazione per la bella iniziativa con la quale ha inteso ricordare un personaggio, quale è stato Enea Monti per Palombara, che nel suo breve periodo palombarese, alla fine dell’800, ha avuto il merito di riscoprire un gioiello abbaziale di così alto valore artistico.
E’ seguito l’intervento di Angelo Gomelino, responsabile culturale dell’Associazione, che, su mandato della stessa, ha curato tutto il percorso burocratico contribuendo alla realizzazione dei manufatti. Percorso che è iniziato nel maggio del 2018 con la richiesta al Comune di Palombara Sabina per concludersi, con l’autorizzazione della Prefettura, alla fine dello scorso mese di maggio.
Angelo Gomelino nel suo intervento, ha ricordato la figura di Enea Monti, che scelse nel 1894, Palombara per il suo clima mite, benefico per la salute della moglie e dove egli morì dopo pochi anni nell’ottobre del 1900. Per il Monti furono anni di difficoltà umane ma intense e produttive. A lui si deve la riscoperta di San Giovanni in Argentella caduta nell’abbondono più desolante. L’incessante suo prodigarsi per la rinascita dell’abbazia e le pressanti sollecitazioni al Ministero della Pubblica Istruzione ebbero successo e così arrivarono i finanziamenti per i primi restauri. A Enea Monti si deve anche il riconoscimento del complesso abbaziale, nel giugno del 1900, di Monumento Nazionale. Per queste sue benemerenze venne nominato ispettore degli scavi e dei monumenti di Palombara Sabina.
Poi in rapida rassegna, Gomelino, ha ricordato la vita abbaziale sotto la tutela della Sovrintendenza dei beni artistici fino agli inizi degli anni ‘70 con il ricordo gioioso del giorno della festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno, che per i palombaresi era giorno di allegria, con scampagnata e merenda nei prati circostanti e la immancabile bevuta dell’acqua “miracolosa” che scorreva sotto l’altare della chiesa.
Nel 1974, con suor Fausta, ci fu il passaggio dell’abbazia alla Fraternita dei santi Sergio e Nicola, nata con il Concilio Vaticano II, allo scopo di avvicinare la Chiesa latina alla Chiesa greca. In quegli stessi anni da sottolineare la presenza dell’archeologa tedesca Ragna Enking, già Direttrice del Museo di Dresda, studiosa di sarcofaghi e autrice di un libro sull’abbazia.
Questo fino agli inizi del 2020, anno in cui l’affido è passato alla Diocesi di Sabina e Poggio Mirteto. Angelo Gomelino, nel concludere il suo intervento, non ha mancato di mettere in risalto di come l’Associazione “La Palombella”, a partire dal 2015, ogni 24 giugno, per il recupero e la salvaguardia dell’abbazia, abbia organizzato all’interno della chiesa di san Giovanni in Argentella concerti dell’Orchestra Savelli, seguiti negli spazi esterni da piacevoli e sobrie merende, a ricordo delle antiche usanze.
Proprio nel 2015, Gomelino ha ricordato di come l’Associazione si spese per questo scopo, indirizzando alle autorità interessate una lettera ben circostanziata che produsse due incontri con il Vescovo, Monsignor Mandara. Un mattoncino, ha concluso Gomelino, per il risultato oggi conseguito, quello dell’affido alla Diocesi. (Gi.Pi.)