GUIDONIA – Cave dismesse, il Comune torna a chiedere il ritombamento

Inviate le prime due ordinanze alla fallita “Bruno Poggi e Figli Srl” e al proprietario dell’area

I permessi sono scaduti da dieci anni, anche perché ad occhio non c’è più nulla da cavare. Ma nel frattempo l’azienda è fallita e non ha mai provveduto a ripristinare l’area come previsto dalla convenzione.

Per questo il Comune di Guidonia Montecelio torna all’attacco delle imprese del settore estrattivo del travertino.

Le prime due ordinanze sono state firmate mercoledì 27 luglio dal dirigente alle Attività Produttive Alberto Latini e verranno notificate sia all’Avvocato Antonio Caiafa, curatore del fallimento della nota azienda “Bruno Poggi e Figli S.r.l.”, sia alla “E.T.F. S.r.l.”, società proprietaria dei terreni.

Entrambe i provvedimenti impongono l’obbligo del ripristino ambientale nel rispetto dei progetti estrattivi approvati e allegati alle autorizzazioni rilasciate dal Comune di Guidonia Montecelio.

Le ordinanze numero 285 e 286 firmate da Latini riguardano due cave in località San Pietro autorizzate rispettivamente il 19 novembre 1986 e il 10 aprile 1987 per le quali la “Bruno Poggi & Figli” ottenne le proroghe all’attività di escavazione il 23 febbraio 2007 e il 28 gennaio 2008. Fatto sta che quelle autorizzazioni sono scadute il 23 febbraio 2012, la prima, e il 18 aprile 2012, la seconda, e non essendo state rinnovate sono prive di garanzia fideiussoria, ossia della somma versata dalle aziende al Comune a garanzia delle opere ritenute necessarie per il ripristino del terreno ed evitare danni ambientali.

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Non è un caso se oggi una cava si presenta come un enorme buco di circa 53 ettari e l’altra come una voragine di circa 80 ettari.

Per questo l’amministrazione ordina di nuovo alla fallita “Bruno Poggi” il ripristino ambientale di entrambe i siti, concedendo 90 giorni, naturali e consecutivi, per l’inizio delle operazioni di ripristino. Per terminarle il curatore fallimentare e la società proprietaria dei terreni avranno rispettivamente a disposizione 18 mesi per la cava da 53 ettari e 24 mesi per quella da 80, dopo aver fornito al Comune una polizza fideiussoria della durata di 2 anni, che sarà svincolata esclusivamente a seguito dell’avvenuto ripristino ambientale.

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Nel caso in cui le aziende non ottemperino alle ordinanze, il Comune revocherà definitiva le Autorizzazioni con rivalsa delle spese sulla curatela e sulla proprietà, mentre i terreni verranno acquisiti gratuitamente al patrimonio pubblico per provvedere al ripristino ambientale a spese degli inottemperanti.

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