Gli agenti del pool specializzato nella violenza di genere e minori del Commissariato Distaccato di Tivoli, coordinati dal “Gruppo uno” di questa Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione alla misura cautelare coercitiva del divieto di avvicinamento nei confronti di R.R.. di anni 58, domiciliato a Roma, in quanto gravemente indiziato di gravi atti persecutori nei confronti di una collega di lavoro, una commessa residente a Guidonia.
L’indagato, con condotte reiterate e comportamenti vessatori, aveva minacciato e molestato sessualmente per mesi una sua collega mentre lavoravano entrambi in un supermercato di Fonte Nuova.
La vittima, inizialmente, aveva riferito tutto al responsabile della catena di supermercati dei quali erano dipendenti, ma invece di ricevere supporto era stata trasferita in un’altra filiale e, in un secondo momento, licenziata.
Dopo la denuncia il licenziamento
Nemmeno i richiami disciplinari dell’azienda e, anche nel suo caso, il trasferimento ad altra sede sono bastati all’indagato quale monito per dissuaderlo dagli intenti persecutori. Al contrario l’uomo ha perseverato ossessivamente in uno stillicidio di molestie telefoniche, gravi minacce e reiterati appostamenti nei luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, sino ad arrivare a danneggiarle l’autovettura.
La Procura di Tivoli, pertanto, ha disposto un approfondimento investigativo delegando l’attività agli agenti del pool specializzato nella violenza di genere del Commissariato di P.S. di Tivoli.
Le indagini hanno permesso di constatare la gravissima condizione pregiudizievole in cui la donna versava da tempo, tanto che, una volta raccolte le testimonianze ed i numerosi riscontri alle dichiarazioni apprese dalla vittima, il G.I.P del Tribunale di Tivoli ha emesso nei confronti dell’indagato un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa con l’applicazione del dispositivo elettronico di controllo (cd braccialetto).
A coordinare le indagini il sostituto commissario Davide Sinibaldi. A richiedere la misura cautelare il pm Antonio Altobelli.
La vittima per tutelarsi si è ritrovata a impugnare il licenziamento.