Sarebbe potuta accadere ovunque, invece è successo proprio al Comune di Guidonia Montecelio.
La storia è molto semplice.
La sede del Comune di Guidonia Montecelio in piazza Giacomo Matteotti
Un imprenditore presenta un regolare progetto di villini a schiera, il Comune gli rilascia la concessione edilizia, ma mentre il cantiere è in costruzione i dirimpettai si rendono conto che il fabbricato è talmente alto da coprir loro la visuale e da invadere la propria privacy, per questo denunciano.
Tre sentenze della giustizia amministrativa hanno già dichiarato illegittima quella concessione edilizia, per questo ora i contribuenti della terza città del Lazio dovranno pagare a caro prezzo l’errore di chi gestisce la “cosa pubblica”.
Il sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo
Le prime conseguenze arrivano oggi, giovedì 23 marzo, alle 14,30, quando in Consiglio comunale l’amministrazione guidata dal sindaco Mauro Lombardo approva un debito fuori bilancio da 83 mila euro da liquidare a favore di Tiziana Ieraci, 56enne guidoniana moglie del noto imprenditore edile Mario Bernardini.
L’ingresso del Tribunale di Tivoli in viale Nicolò Arnaldi
Si tratta di un importo stabilito dal Tribunale Civile di Tivoli con la sentenza numero 1659 pubblicata il 18 novembre 2021 dal giudice Anna Multari che ha riconosciuto la piena responsabilità dell’Ufficio comunale Urbanistica.
La vicenda risale al 2011, durante l’amministrazione del sindaco Eligio Rubeis, e si consuma in via Nino d’Andrea a Carcibove, la zona residenziale più “in” di Guidonia sorta alle pendici di Montecelio.
I protagonisti sono due personaggi molto in vista, entrambi vittime di una “gestione allegra” nel rilascio dei permessi a costruire da parte degli uffici di piazza Matteotti.
Il noto imprenditore di Guidonia Montecelio, Mario Bernardini
Da una parte, l’imprenditore Mario Bernardini, membro di una famiglia che ha costruito palazzi e ville a Guidonia, proprietario insieme alla moglie Tiziana Ieraci di una residenza elegante a Carcibove.
L’imprenditore Manfredi Mattei, figlio della contessa Alberica Filo della Torre assassinata all’Olgiata nel 1991
Dall’altra, Manfredi Mattei, 41 anni, figlio di Alberica Filo Della Torre, la contessa uccisa il 10 luglio 1991 nella sua villa dell’Olgiata dal domestico filippino Manuel Winston Reyes.
All’epoca della vicenda urbanistica Mattei aveva appena 29 anni ed era alla prima esperienza da costruttore edile con la sua “2M Consulenza e Investimenti srl”.
L’ex dirigente all’Urbanistica del Comune di Guidonia Montecelio, Umberto Ferrucci
Il 6 maggio del 2011 l’allora dirigente all’Urbanistica Umberto Ferrucci rilasciò alla società del nobile romano il permesso numero 119 per costruire tre villini bifamiliari per una cubatura pari a 762 metri cubi su un’area di 2 mila 600 metri quadrati in via D’Andrea.
Quando il cantiere era oramai a buon punto, Tiziana Ieraci e Mario Bernardini si resero conto che i fabbricati di Manfredi Mattei erano troppo alti e denunciarono alla Procura, al Tribunale amministrativo regionale e al Tribunale civile di Tivoli.
Il cantiere dei villini bifamiliari in costruzione in via Nino D’Andrea, a Carcibove, zona residenziale di Guidonia
A quel punto, il cantiere fu sequestrato e il 30 marzo 2012 l’ex dirigente Umberto Ferrucci con l’ordinanza numero 108 si “rimangiò” il permesso rilasciato, che successivamente Tar e Consiglio di Stato con tre sentenze hanno dichiarato illegittimo.
Oggi pomeriggio in Consiglio comunale arriva il “conto” da pagare ai coniugi Bernardini stabilito dal giudice civile Anna Multari all’esito di una transazione tra i legali della coppia e quelli dell’Ente.
A dirla tutta, i coniugi avevano citato in giudizio la “2M Consulenza e Investimenti srl” di Manfredi Mattei, ma il giudice Multari ha riconosciuto che l’unico responsabile è il Comune di Guidonia Montecelio, tant’è che ha escluso la copertura assicurativa della “XL Insurance Company SE – Rappresentanza Generale per l’Italia”.
Il Consulente del Tribunale aveva calcolato un danno alla proprietà di Tiziana Ieraci e Mario Bernardini pari a 160 mila euro, ma i rispettivi avvocati hanno raggiunto un accordo a 80 mila.
Da parte sua, il conte Manfredi Mattei aveva richiesto al giudice Anna Multari di condannare il Comune di Guidonia Montecelio al risarcimento dei danni per un importo complessivo di un milione 809.391 euro: secondo il magistrato può “essere riconosciuto solo il risarcimento del danno causato in via immediata dall’affidamento riposto nella legittimità del permesso, ma non anche il profitto che la società avrebbe ottenuto se il permesso fosse stato legittimamente rilasciato per le opere realizzate”.
Per le casse del Comune si prospetta un nuova stangata.