Un residente su dieci in Italia, oggi, non vive decorosamente.
Lo dice il Rapporto Caritas 2023. Più esattamente siamo al 9,7% della popolazione: Non si può più parlare di emergenza ma di una componente sociale strutturalmente riscontrabile.
Il Rapporto è stato presentato oggi in occasione della preparazione della Settima Giornata Mondiale dei Poveri che sarà il 19 novembre. La Caritas è la fonte più accreditata per parlare del problema. Durante la presentazione hanno evidenziato i dati del lavoro in un anno.
Secondo quanto rilevato dai centri di ascolto l’11,7% delle famiglie vive in povertà assoluta. Si contano chiaramente anche gli stranieri che vivono in Italia. Il 59,6% di coloro che si sono insediati nelle nostre città accede ai loro servizi.
Ma l’evidenza del rapporto guarda alla realtà del cosiddetto “lavoro povero” cioè di chi vive nell’indigenza pur occupando un ruolo operativo effettivo nella società riscuotendo uno stipendio o un compenso per la propria attività.
Altro problema è quello di chi ha dovuto rinunciare all’energia in casa per problemi di costo.
Il 19,1% degli assistiti Caritas “ha ricevuto un sussidio economico, degli oltre 86mila sussidi economici erogati dalla rete Caritas nel 2022 il 45% è stato a supporto di ’bisogni energetici’, ovvero bollette”.
La fenomenologia di chi è caduto in disgrazia ha aspetti sempre più variegati. Il Rapporto osserva il fatto che una componente delle famiglie più disagiate vive parte da un basso livello di istruzione.
Il 66,5% ha al massimo la licenza media inferiore. Le nuove povertà invece pesano per il 45,3% del totale. Esistono anche le povertà croniche. Ed è sempre più difficile recuperare una volta caduto in povertà. Il 21% degli assistiti è seguito da almeno uno o due anni, il 9,3% da circa quattro anni, il 24,4% da cinque anni e più.
Uno sguardo non si poteva non tenere che all’assegno di inclusione. Sono quattrocentomila famiglie che si vedono escluse da questo supporto.
Lo stesso vale per il Reddito di Cittadinanza – RdC.
“La transizione verso le nuove misure di Supporto alla formazione e al lavoro (SFL) e Assegno di inclusione (Adi) riguarda da vicino una parte consistente della popolazione italiana. Nei primi sette mesi del 2023 il totale di nuclei familiari che hanno fatto affidamento sul RdC – rileva Caritas – è stato di 1 milione e 331 mila (Inps, 2023), per un totale di più di 2,8 milioni di persone coinvolte. Nel corso del 2021, anno in cui la misura ha avuto più beneficiari in assoluto, il totale delle persone coinvolte è stato di quasi 4 milioni di persone. Nel 2022, tra i beneficiari di Caritas, il 19% era percettore di RdC (17mila famiglie) con punte del 44% al Sud e del 50% nelle Isole”.