Porta la moglie morta in ospedale, l’uxoricida resta in carcere. Per il gip è “violento e pericoloso”

La donna uccisa a morsi e a padellate. La procura di Tivoli contesta l'omicidio aggravato

Resta in carcere l’uxoricida di Capodanno, il pastore di Sant’Oreste che il primo dell’anno ha ucciso a padellate la moglie e poi l’ha accompagnata al pronto soccorso sostenendo che era caduta dalle scale.

Il GIP del Tribunale di Tivoli ha accolto la richiesta di custodia in carcere presentata dalla locale Procura nei confronti di Giulio Camilli, il pastore di 73 anni, accusato dell’omicidio aggravato  della moglie, Rosa D’Ascenzo, 71 anni, messo in stato di fermo il 2 gennaio.

Oggi si è tenuta l’udienza di convalida davanti al GIP nel corso della quale l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere come già fatto il giorno precedente nell’interrogatorio davanti al Pubblico Ministero.

Il GIP ha accolto in pieno l’impostazione della Procura, sia quanto all’imputazione provvisoria di omicidio aggravato (da ritenersi allo stato ipotizzabile come femminicidio per tale intendendo l’uccisione di una donna commessa per motivi di genere), sia quanto alla ricostruzione del grave quadro indiziario.

PREMETTE IL GIP che “In sede di interrogatorio, l’indagato ha affermato di non ricordare nulla, neppure i suoi dati anagrafici, sostenendo di avere un forte mal di testa e di non essere neppure in grado di firmare il verbale, che poi, invece, firmava senza alcuna incertezza o difficoltà, su sollecitazione del Difensore.

Appare evidente, sulla scorta degli elementi sopra compendiati, la totale falsità della ricostruzione dei fatti fornita nell’immediatezza ai sanitari e alla PG da C.G., siccome del tutto incompatibile con le ferite presenti su tutto il corpo della povera D., oltre che smentita dalle dichiarazioni rese da [OMISSIS]”.

SUI GRAVI INDIZI DI COLPEVOLEZZA NEL CONFRONTI DELL’INDAGATO scrive il GIP che “in attesa del definitivo chiarimento dei fatti, all’esito degli accertamenti in corso di esecuzione [OMISSIS]… il compendio indiziario … si connota, dunque, per una tranquillante convergenza di significativi elementi a carico del prevenuto, unica persona presente in casa il giorno del decesso di D.R. …”.

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Il personale medico “ha ribadito la certa incompatibilità delle ferite lacero contuse riscontrate sul cranio della povera vittima e su tutte le parti del corpo – ecchimosi a ridosso delle mani, delle gambe, al tronco e agli arti superiori, con segni addirittura riconducibili a morsi provocati da una persona – con la caduta …”, per cui “appare evidente … la totale falsità della ricostruzione dei fatti fornita nell’immediatezza ai sanitari e alla P.G. da C.G.”.

Inoltre, “...i rilievi tecnici all’interno dell’abitazione della vittima … consentivano di repertare tracce ematiche di varia altezza sul lato esterno della porta di ingresso, altre su un pezzo di legno trovato all’esterno, altre ancora su un tubo metallico rinvenuto in cucina, su una padella posta nel corridoio e sul frigorifero [OMISSIS]…

IL GIP SOTTOLINEA LA PERSONALITA’ INQUIETANTE DELL’INDAGATO, descritto come “uomo dispotico e, a volte, violento” e che “…viveva in una condizione di totale isolamento dal resto del mondo, litigando spesso con la moglie, cui vietava di uscire di casa …”.

Inoltre, “all’odierna udienza l’indagato non è apparso affatto confuso o agitato, ma solo chiuso in un volontario silenzio, determinato a non collaborare in alcun modo con la Autorità. Emblematico, in tal senso, l’iniziale rifiuto di firmare il verbale per una lamentata incapacità, subito superata su richiesta del difensore, mentre risulta dagli atti che il 3 gennaio scorso, alla presenza del PM venuto ad interrogarlo, C. declinava le proprie generalità, dichiarando di non voler rispondere alle domande sul fatto contestatogli”.

IL GIP, INFINE, SPIEGA che la misura cautelare di massimo rigore era giustificata dalla particolare pericolosità dell’indagato “… in ragione delle specifiche modalità e circostanze dei fatti … indicativi di una preoccupante capacità ad azioni di feroce e reiterata violenza del C. e del conseguente concreto pericolo che questi, per futili motivi, possa commettere altri gravi delitti della stessa specie di quello per cui si procede”.

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IL GIP SI ESPRIME SULLA PROSPETTATA INCAPACITA’ DI INTENDERE E DI VOLERE DELL’INDAGATO:Quanto alla condizione psicologica dell’uxoricida sarà cura del PM procedere agli approfondimenti chiesti dalla Difesa, che ha prodotto una certificazione dell’Ospedale Sant’Andrea, risalente al 7.10.2020, che diagnostica una stenosi carotidea preocclusiva asintomatica sofferta dall’indagato, patologia che non sembra, di per sé, rilevante al fine di stabilire la capacità di intendere e volere, così come la presunta “psicosi”, curata da [OMISSIS] senza alcun accertamento specifico.’

In queste prime fasi, ferma restando la presunzione d’innocenza, si delinea un grave quadro di violenza domestica culminato nella morte della donna, in assenza di qualsivoglia denuncia o segnalazione alle forze dell’ordine, pur in presenza di evidenti fattori di rischio che saranno ulteriormente approfonditi delineandosi il quadro indiziario di un femminicidio.

Sono tuttora in corso le indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Bracciano.

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