GUIDONIA – Maltratta e violenta la compagna, condannato a 5 anni e mezzo di galera

Un 40enne disoccupato italiano ha soggiogato per anni la madre di suo figlio

Le vietava di truccarsi e di vedersi con le amiche, anche soltanto per un caffè. E se glielo consentiva, la tempestava di telefonate e messaggi per controllare i suoi spostamenti.

Se invece provava a dire la sua, erano botte.

E’ andata avanti così per un anno e mezzo tra insulti, minacce, percosse e abusi.

Per questo martedì 5 marzo il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a 5 anni e sei mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale un disoccupato 40enne residente a Guidonia Montecelio.

Il Collegio presieduto da Rosamaria Mesiti – a latere le giudici Teresa Garcea e Giovanna Riccardi – ha condiviso la ricostruzione della Procura di Tivoli, che aveva richiesto però una pena di sei anni e mezzo, condannando l’imputato alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, al pagamento delle spese processuali e al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 10 mila euro a favore della ex convivente, una 32enne italiana costituitasi parte civile nel processo tramite l’avvocata Gisella Paolacci del Foro di Roma.

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Secondo la ricostruzione dei magistrati, la vicenda si è consumata da gennaio 2017 al primo marzo 2018 a Villanova, il quartiere più popoloso del Comune di Guidonia Montecelio.

Fidanzati nel 2011, i due andarono a convivere nel 2016, poco prima di diventare genitori di un bambino, ma fin da subito l’uomo si sarebbe dimostrato un compagno tutt’altro che amorevole.

Da parte sua, la donna per vergogna e paura avrebbe sempre taciuto, perfino quando il convivente in un’occasione avrebbe abusato sessualmente di lei contro la sua volontà.

A far emergere il caso fu un incidente stradale causato dal 40enne nella notte del primo marzo 2018: nonostante gli fosse stata ritirata la patente per guida in stato d’ebbrezza, l’uomo al volante dell’auto della compagna causò uno scontro con feriti.

A quel punto, davanti ai carabinieri la ragazza trovò il coraggio di denunciare interrompendo la spirale di innumerevoli soprusi e maltrattamenti subìti anche davanti al loro bambino.

Soprusi non documentati da referti medici, ma sostenuti da una deposizione resa dalla vittima in aula, tra lacrime e singhiozzi, considerata attendibile dal Tribunale.

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A supportare la tesi dell’accusa, anche i racconti resi davanti alle giudici da parte di vicini, conoscenti ed amici che hanno confermato lo stato di soggiogamento a cui era sottoposta la ragazza, costretta ad occuparsi esclusivamente del lavoro e della casa, senza possibilità di relazioni sociali.

“Siamo soddisfatte del risultato – commenta il legale di parte civile, l’avvocata Gisella Paolacci – Il Tribunale ha ben valutato tutti gli elementi emersi nel corso del dibattimento. E’ stato un processo molto lungo e articolato, particolarmente sofferto da parte della mia assistita che è ancora sotto choc e non riesce ad elaborare la drammatica vicenda”.

Il Tribunale di Tivoli ha condannato l’imputato anche al pagamento delle spese di costituzione di parte civile pari a 4.065 euro a favore dell’ex compagna riconoscendo alla donna il diritto al risarcimento danni da liquidarsi in sede civile.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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