GUIDONIA – Mattia, l’unico diplomato con 100 all’Istituto tecnico “Pisano”

Speciale Eccellenze Scolastiche - Il 19enne sogna un futuro lavorativo nel mondo delle pari opportunità

“Studiare è importante, ma non é tutto nella vita.

Il mio futuro lavorativo? Vorrei entrare nel mondo delle pari opportunità”.

Mattia Marazzi Patassini è un ragazzo di 19 anni con disabilità ed è l’unico studente dell’Istituto Tecnico “Leonardo Pisano” di Guidonia ad aver superato l’Esame di Maturità col massimo dei voti.

L’Istituto Tecnico per il turismo e amministrazione, finanza e marketing “Leonardo Pisano” di Guidonia

Un 100 che suggella i 5 anni al corso in Amministrazione, finanza e marketing ottenuto nonostante dal 22 aprile Mattia non abbia più potuto frequentare la scuola per sottoporsi ad un intervento al menisco destro e si sia preparato all’esame con 4 ore a settimana di didattica domiciliare.

Inizia con lui la rassegna del quotidiano on line Tiburno.Tv sulle eccellenze scolastiche dei maturati negli Istituti superiori della Città dell’Aria per scoprire progetti e sogni dei nostri adolescenti e ragazzi (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO SULLA MATURITA’).

Mattia vive a Bagni di Tivoli insieme al papà Massimo, giardiniere di 61 anni, e a mamma Raffaella, pensionata di 64, genitori a loro volta di altri due maschi e una femmina, tutti più grandi del neo diplomato ragioniere, 5 volte zio con una nipote della sua stessa età.

Mattia ha frequentato le scuole elementari a Borgonovo, quartiere alla periferia di Tivoli, e le medie all’Istituto “Giuliano Montelucci” di Colle Fiorito di Guidonia, ed attualmente è uno dei ragazzi speciali dell’associazione “Il mondo dei numeri primi”, la Onlus presieduta da Francesco Petrosino e fondata a giugno 2023 con l’obiettivo di orientare la propria attività in favore di persone svantaggiate e diversamente abili, per garantire il diritto ad una vita libera e tutelata, il più possibile indipendente nel rispetto della propria dignità (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Mattia Marazzi Patassini, 19 anni, è l’unico diplomato con 100 all’Istituto “Leonardo Pisano” di Guidonia

Mattia, cosa rappresenta per te essere l’unico studente maturato con 100 all’Istituto Pisano?

“É prima di tutto una grande soddisfazione, ma anche una sorpresa, considerando il fatto che ero stato operato ad aprile e ho dovuto seguire il programma tramite la didattica domiciliare”.

Puntavi al massimo dei voti? Te lo aspettavi?

“No, non puntavo al massimo e non mi sarei aspettato di ottenerlo: il mio obiettivo principale era passare, possibilmente con un 80”.

Se ti fossi diplomato con un voto inferiore?

“Non sarei stato contento come lo sono ora, ma non mi sarebbe importato più di tanto. Come detto prima, il mio obbiettivo principale era diplomarmi”.

Ti sentivi abbastanza preparato per questo esame finale?

Avevi ansia o eri tranquillo?

“Purtroppo io sono sempre ansioso quando si parla di scuola, e per l’esame di maturità non é stato diverso, nonostante tutta la mia preparazione”.

Il tuo percorso di studi ti ha preparato a questo esame finale oppure avresti preferito che fosse diverso?

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Se sì, come?

“No, non mi aspettavo nulla di troppo diverso da come si é effettivamente svolto l’esame. I miei professori mi avevano preparato a qualsiasi evenienza fin dall’inizio dell’anno, e li ringrazio per questo”.

Come è andato questo esame e quale traccia hai scelto?

“L’esame é andato molto meglio di quanto mi aspettassi, e per quanto riguarda la traccia del tema di italiano, ho scelto la B2, ovvero quella che trattava l’importanza del rispetto”.

Cosa pensi della modalità d’esame?

“Non ho molto da dire per quanto riguarda la modalità di svolgimento, se non che comprendo il perché è considerata stressante da molti dei miei coetanei: dover stare come minimo tre ore a scrivere su un foglio per due giorni di seguito è stancante, soprattutto psicologicamente.

Per quanto riguarda l’orale invece, trovo perfettamente normale che qualcuno si possa sentire a disagio nel dover esporre dei collegamenti fatti in 5 minuti davanti a una commissione che è composta anche da professori esterni alla scuola.

Se dovessi dare un consiglio ai futuri maturandi sarebbe di non preoccuparsi eccessivamente del voto finale, soprattutto se sono riusciti a passare.

Un esame per quanto spaventoso sia non ti cambierà profondamente la vita e la possibilità di realizzarti”.

Per ottenere risultati simili, quante ore dedichi allo studio?

“Dipende dalla difficoltà dello stesso e dalla sua mole: a volte ci metto un’ora, altre volte passo interi pomeriggi sui libri. Nonostante ciò, la costanza rimane fondamentale”.

Come riesci a conciliare studio e vita sociale?

“Organizzo i miei impegni giornalieri e cerco di svolgere i compiti assegnati per la settimana con anticipo, se mi capita di avere molto tempo libero”.

Rifaresti la scelta dell’Istituto Pisano?

“Assolutamente sì.

È un istituto ben organizzato e il personale scolastico si è dimostrato sempre molto empatico, preparato e disponibile”.

Quali sono i tuoi hobby e interessi?

“Mi piace ascoltare la musica, giocare ai videogiochi, leggere libri e, quando ne ho la possibilità, andare in piscina”.

Hai scelto l’università? Se sì, quale facoltà?

Se no, cosa farai dopo?

“Sì, ho scelto l’università. Voglio frequentare la facoltà di Giurisprudenza”.

– Cosa sogni di fare da grande?

“Vorrei entrare nel mondo delle pari opportunità, in quanto è un tema che mi riguarda personalmente, dato che sono una persona con disabilità”.

Vorresti rimanere in Italia o andare all’estero?

“Vorrei rimanere in Italia”.

Secondo te il merito è premiato in Italia?

“É una domanda davvero molto complicata.

In generale, penso che dal punto di vista legale, l’Italia premia il merito ma, che purtroppo, la legge e la realtà non vanno sempre di pari passo”.

Un tempo gli studenti con una media alta venivano chiamati secchioni e oggi nerd. Sei mai stato chiamato così? Ti senti un secchione e quale valenza dai al termine?

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“No, non sono mai stato chiamato così. Non dai miei compagni di classe, per lo meno.

E no, non mi sento un secchione.

Se qualcuno dovesse chiamarmi in questo modo, ci riderei su: le parole cambiano il loro significato anche in base al contesto in cui vengono usate, e proprio per questo, se un mio amico mi chiamasse “secchione”, non ci rimarrei male.

Lo stesso vale per le persone che vorrebbero usare questa parola per offendermi.

Tuttavia, non la userei per descrivere una persona a cui so che essere chiamato con questa parola dà fastidio”.

Quanto è importante studiare? E perché?

“Direi che studiare è abbastanza importante, dato che ti apre molte porte nel mondo del lavoro ed espande il tuo bagaglio culturale, ma non é tutto nella vita”.

Sei sui social? Se sì, quanto tempo li usi?

“Sì, sono sui social. Specialmente su Tik Tok. Li uso abbastanza di frequente nel mio tempo libero”.

Cosa ti rimane di più di questi anni di Pisano? C’è un episodio o un professore che ricorderai e perché?

“Sicuramente mi ricorderò del pranzo dei 100 giorni con i miei compagni di classe e docenti, e non mi scorderò di nessuno dei miei professori, specialmente della mia docente di italiano e storia, e delle professoresse e professori di sostegno, che mi hanno sempre supportato in questi cinque anni”.

Secondo un luogo comune diffuso sui Social, non è detto che il diplomato col massimo dei voti si realizzi nella vita più di uno studente medio.

Cosa ne pensi?

“Penso che avere un diploma ti offra più possibilità nel mondo del lavoro, ma questo non significa che una persona diplomata si realizzerà sicuramente e viceversa”.

Quello appena concluso è stato l’anno della riforma del voto di condotta: bocciatura col 5 e debito formativo in caso di 6.

Secondo te la legge Valditara rafforza il concetto di responsabilità e rispetto nelle giovani generazioni?

E come?

“Penso sia giusto bocciare uno studente che non si comporta civilmente nell’ambiente scolastico, in quanto se non lo è in quell’ambiente, probabilmente non lo sarà in nessun altro.

Tuttavia credo che tali manovre siano inutili, se gli insegnamenti sull’essere civili non vengono dati per prima nel contesto familiare”.

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