Palombara – Quattro mesi in lista d’attesa per una visita oculistica, poi il medico va in ferie

cittadiniLe liste d’attesa continuano ad essere chilometriche all’ospedale di Palombara Sabina. Nella “Casa della salute” funziona tutto, o quasi, a singhiozzo. Si era detto basta telefonare al Cup (Centro unico di prenotazione) per appuntamento e tutto si risolve in breve tempo, niente affatto. 
Però se vogliamo dirla tutta non accenna ad attenuarsi il fenomeno delle prenotazioni doppie e triple in più ospedali da parte di cittadini incivili che non disdicono gli appuntamenti più lontani. Solo eliminando questo problema attraverso l’informatizzazione di tutto il sistema, le liste d’attesa migliorerebbero, in media, del 20-30 per cento.

Giuseppe Scaramuzza, segretario regionale di “Cittadinanza attiva-Tribunale per i diritti del malato”, sintetizza così la situazione: «Ci sono stati dei piccoli miglioramenti in alcuni ospedali e Asl di Roma e provincia, ma in generale negli ultimi anni non è cambiato molto».
Alcuni ospedali continuano a gestire il proprio orticello di appuntamenti senza permettere che il Centro unico regionale, il più grande d’Italia, possa essere usato al 100%. Così facendo si danneggiano i malati veri.
Tante parole e poca sostanza, mentre i pazienti aspettano mesi prima di essere curati o solo visitati. è il caso di Margherita Civran, 76 anni, pensionata di Palombara Sabina, originaria di Roma Trastevere, che ha atteso quattro mesi per prenotare una visita oculistica alla “Casa della salute” per poi sentirsi dire, il giorno dell’appuntamento, il medico oculista è in ferie. «Ho telefonato lo scorso 10 febbraio per farmi controllare il fondo dell’occhio nella struttura di Palombara Sabina, perché vedo come dei puntini neri. Fatto sta che mi sono presentata per la visita, insieme a mia figlia, mercoledì 13 giugno. Vado allo sportello e mi viene detto che l’oculista è in ferie e che mi dovevo ripresentare per settembre. Tutto ciò è assurdo, non c’era neppure un sostituto del dottore. Sono una pensionata al minimo di legge e ho bisogno di sapere che problema ho agli occhi. Certo è che da febbraio, e forse fino a settembre, se mi andrà bene, saprò di che natura è il mio fastidio visivo».
«Ho comunque protestato quella mattina, ma a nulla è valso. Mi hanno detto che devo prendere un altro appuntamento. Comunque, penso che me ne andrò a Roma, forse a Villa Tiberia nel quartiere Talenti. Sono delusa dalla sanità locale, così non ha senso mantenere aperte le strutture sanitarie».
Infine, sull’ospedale di Palombara, il parere di Adriano Curci, presidente del “Comitato in difesa dell’ospedale”. «Siamo ormai giunti ad una fase cruciale decisiva, dove non è possibile sbagliare. Nelle prossime settimane si gioca la partita finale sulle sorti del nostro ospedale. Vivere o morire, senza possibilità d’appello».
Il laboratorio analisi potrebbe essere smantellato, portandosi via i macchinari, proprio in virtù dei lavori. E il primo soccorso potrebbe chiudere la notte, lasciando il posto alla sola guardia medica.

Gino Ferretta

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