Calcio – Fusione tra Eretum e Monterotondo Calcio. Giovedì la presentazione

Il progetto verrà presentato nel dettaglio in un incontro pubblico che si terrà il 19 maggio alle ore 18 e 30 nella sala Consiliare del Comune di Monterotondo, durante il quale verranno svelati i dettagli di questa nuova avventura sportiva e societaria, i nuovi assetti e i traguardi da tagliare.

 

IL MATRIMONIO SUL CAMPO

Ma intanto Dino Alessandri e Marco Carducci, rispettivamente presidenti del Monterotondo Calcio e dell’Eretum, raccontano l’inizio di questo percorso. “Ci siamo conosciuti sul campo, abbiamo convissuto e alla fine ci siamo sposati”, raccontano scherzando. Ma, alla fine, è proprio così che è andata. Le due squadre sono custodi al 50 % dello stadio “Fausto Cecconi” di Monterotondo. Tutti i giorni sul campo verde insieme, tra i ragazzi che si allenano e le partite da vincere nelle rispettive categorie. “Collaborando, nel tempo, abbiamo visto che si poteva andare d’accordo”, raccontano Alessandri e Carducci.

 

DUE GENERAZIONI

Ma la fusione delle due squadre non è solo l’unione di un progetto calcistico, di due realtà societarie e di due strutture che si sposano per lavorare insieme e mettere in comune le forze, anche e soprattutto economiche.

Perché la nuova Eretum Monterotondo è anche l’unione di due generazioni di monterotondesi e di sportivi.

Quella di Dino Alessandri, 63 anni, e di tutti gli altri amici e compagni di avventure sul campo fa parte della storia del Monterotondo Calcio. Una realtà nata addirittura nel 1935 e che nella sua storia ne ha viste di tutti i colori, fino alla “morte” della vecchia Monterotondo Calcio e la rinascita – tre anni fa – della nuova società, dentro la quale ci sono tante persone che garantiscono la continuità della storia della gloriosa squadra. “Per noi è sempre il Monterotondo, anche se a qualcuno non gli va bene”, dice Alessandri con un po’ di orgoglio identitario.

 

LE DUE REALTA’ CALCISTICHE

L’altra è quella di Marco Carducci, 40 anni, che insieme all’amico e oggi assessore Alessandro Di Nicola nel 2004 mise in piedi la realtà l’Asd Eretum, partendo dall’esperienza del Torneo dei Rioni. Una realtà che come caratteristica aveva quella di far giocare solo ragazzi della città e che voleva porsi come una possibilità “terza” rispetto alle due grandi e importanti realtà calcistiche, quelle del Monterotondo e dello Scalo. “Queste due squadre avevano categorie importanti, noi invece volevamo dare la possibilità ai ragazzi di poter giocare ad un livello medio e che senza l’Eretum non avrebbero trovato sbocco”, spiega Carducci.

 

UNA NUOVA OPPORTUNITA’

L’idea della fusione è iniziata a maturare ad inizio anno. “Volevamo dare ai ragazzi di Monterotondo un’opportunità – spiegano i due dirigenti – Essendo divise in due realtà dividevamo anche le forze e molti ragazzi – quelli più in gamba – erano costretti ad andare a Roma per trovare realtà più grandi. Questo perché Eretum e Monterotondo Calcio divise non riuscivano ad essere competitive ai massimi livelli. Quindi l’obiettivo, ora, è fare squadre sempre più competitive. E dare ai ragazzi l’opportunità di crescere nella loro città”.

Per farlo vanno unite le forze, societarie, sociali e soprattutto economiche. “Oggi è difficile tenere in piedi una squadra”. 

“Nell’unire queste due generazioni si uniscono anche due modi di pensare, per far coesistere due realtà. E’ molto stimolante e vogliamo dimostrare che, nonostante la diversità, possiamo fare bene. L’Asd Eretum Monterotondo deve tornare ad essere una delle società più ambite del Lazio”.

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