Le prove a cui siamo chiamati

La pandemia, una prova permanente in cui siamo tutti chiamati a coesistere evitando il bellum omnium contra omnes

Calano dell’11% i casi di contagio da Covid nel mondo. Ne dà notizia l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ciò non tranquillizza minimamente il nostro micromondo che però è il vero luogo che ci interessa. Non è una buona ragione il fatto che ci si trovi al sesto report di diminuzione del dato generale se i decessi negli ospedali di vicinanza non decrescono, anzi aumentano, tanto da parlare di terza ondata e ossessivamente di varianti di tutti i tipi. Altalenante le notizie da Astra Zeneca che prima annuncia una diminuzione di forniture per poi rassicurare. Viene da chiedere quanto durerà questa rassicurazione.

Tutto questo deve insegnarci che è difficile il governo delle cose reali anche se si è in emergenza.

L’uomo non è migliore se disperato. Anzi accentua le azioni che sospingono la voglia di affermare la sua esistenza, specialmente se ha costruito su di sé una condizione di forza.

Un “governo dei migliori” potrà solo mettere a sistema ciò che altrimenti sarebbe esplicito nella fenomenologia della giungla.

Governare gli appetiti è l’impresa nella quale l’umanità è coinvolta nei secoli, riuscendoci con alterni successi.

Governare la crisi era qualcosa a cui non era effettivamente pronta.

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