Era una banda, ma con un “giro” di droga limitato almeno rispetto a come era stata descritta dagli investigatori.
Insomma, niente a che vedere coi gruppi criminali di San Basilio e Torbellamonaca.
Per questo venerdì 9 luglio si è liquefatta come neve al sole la sentenza di primo grado emessa un anno fa dal Tribunale di Roma nei confronti di undici dei tredici arrestati nell’ambito dell’operazione “Torre 18”, il blitz eseguito a Colle Fiorito di Guidonia all’alba di lunedì 4 marzo 2019 dai carabinieri della Compagnia di Tivoli coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
La Terza Sezione della Corte d’Appello di Roma ha inflitto un totale di trent’anni di carcere, più di un terzo in meno rispetto al processo col rito abbreviato in cui gli imputati erano stati condannati a quasi un secolo per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
I giudici hanno riqualificato il reato associativo riconoscendo l’ipotesi lieve: in poche parole, era un’organizzazione di piccolo cabotaggio quella che per anni ha gestito lo spaccio di cocaina all’interno dell’androne del grattacielo dell’Ater in via Rosata 18.
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