MENTANA – La Torretta crollata nell’indifferenza generale

La cisterna romana era il simbolo del Parco 5 Pini e la sua presenza è il motivo per cui l'area è vincolata

È uno dei simboli di Mentana e dà anche il nome al parco più suggestivo e caratteristico della città. Da un mese, però, è crollato nell’indifferenza generale e adesso andrebbe messo in sicurezza, sapendo che non tornerà più come prima. Si tratta della cisterna romana che si trova al “Parco 5 Pini”, conosciuto appunto anche come “Parco La Torretta” per il monumento che si trova al centro. All’inizio di agosto è letteralmente crollato l’arco che teneva unita la costruzione e i pesanti blocchi sono ruzzolati sul terreno circostante. Ad accorgersi per primo di quanto accaduto, un residente che abita a una manciata di metri dal monumento. Era il 12 agosto ed era appena tornato dalle vacanze, quindi non è certa la data dell’implosione. Ha contattato i Vigili del Fuoco che sono giunti sul posto e hanno inviato un fonogramma al comune di Mentana. Da allora, però, non ci sono state grandi novità, anche perché l’eventuale intervento di messa in sicurezza andrà concordato con la Soprintendenza.

LE CAUSE: ILD EGRADO DELL’AREA E IL TAGLIO DELL’ERBA QUATTRO ANNI FA

Difficile stabilire le esatte cause del crollo, ma quel che è certo è che non è mai stata fatta un’operazione di consolidamento della cisterna. Sarebbe bastato applicare una fascia di metallo. Gli appassionati di storia e archeologia del territorio si erano fatti sentire nel 2017, quando durante un intervento finalizzato alla pulizia dell’area e della Torretta stessa, era stata tolta tutta l’edera che era cresciuta sopra. Essendo una pianta rampicante, probabilmente, aveva anche la funzione di collante. Un anno dopo questa operazione, si è verificato un piccolo crollo. A quattro anni di distanza è arrivato poi il crollo più importante, che ha fatto perdere alla cisterna la sua forma originaria.
Una situazione di degrado che è aumentato con il passare del tempo, basti pensare che non c’è nemmeno un cartello che descriva il resto romano o che indichi a chi frequenta il parco di non entrare in quell’area. Non è raro, infatti, che i bambini che giocano mandino inavvertitamente il pallone oltre la ringhiera a ridosso della cisterna e ora andare a riprenderlo può diventare pericoloso. Infatti se non si interviene subito, c’è il rischio che crollino anche le altre due parti di monumento che per ora sono rimaste in piedi.

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LA STORIA: TRENT’ANNI FA LA BATTAGLIA PER VINCOLARE TUTTA L’AREA

Tutta l’area della “Torretta” è stata vincolata il 26 agosto 1992 dal Ministro per i Beni Culturali Alberto Ronchey. Una storia che non tutti conoscono quella del parco che proprio in quel periodo era un semplice pezzo di terra di proprietà privata, interessato da un progetto edilizio per la costruzione di un centro commerciale. Fu l’Associazione archeologica “Archeoclub sezione di Mentana”, con l’allora Presidente Maurizio Brunacci, a chiedere l’intervento del Ministero dei Beni Culturali che effettuò un sopralluogo con il Capo del Gabinetto, dott. Salvatore Italia, e altri alti funzionari del Ministero, l’8 marzo 1992.
Il complesso archeologico è stato studiato dall’archeologo, esperto anche del territorio di Mentana e intervenuto recentemente nel nuovo museo cittadino Corrado Pala. Nel suo scritto spiega che si tratta “una grande cisterna in calcestruzzo a due piani lunga m. 8,50, larga m. 4,30 e alta m.6 circa., da un tratto di strada lastricata con basoli calcarei lunga circa 100 m. e da un terrazzamento costituito da una muraglia di calcestruzzo. Costituiva la riserva idrica di una grande villa rustica e residenziale situata sulla collina, che testimonia l’utilizzazione agricola del territorio gravitante su Nomentum, nota agli antichi per la feracità della sua campagna”.
“I vecchi del posto – scriveva l’archeologo – mi hanno accennato al riscontro, avvenuto in passato durante i lavori agricoli, nel sottosuolo proprio a nord della cisterna, di una galleria scavata nel tufo, con loculi nelle pareti del tipo a catacomba, ed all’esistenza di un sarcofago di marmo ancora intatto sotto la facciata orientale della stessa cisterna. Tali notizie, trasmessemi da più persone degne di fede in circostanze diverse, per quanto non provate, debbono far intendere una realtà archeologica degna di riscontro”. (di Fabio Orfei)

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