GUIDONIA – Brillo alla guida uccise Simone: la sentenza arriva dopo 10 anni

Fertuzzi, una vita spezzata a 21 anni in via Pantano il 26 marzo 2011: il fascicolo è passato per le mani di 4 giudici trasferiti, un processo lumaca. Il conducente condannato in primo grado a 32 mesi

Un ragazzo di appena 21 anni morto ammazzato da un’auto lanciata a tutta velocità. Un uomo che in un primo momento si addossa la responsabilità in cambio della promessa di un posto di lavoro, ma il giorno dopo ritratta e accusa l’amico e compagno di una “serata brava” a base di alcol e cocaina. In mezzo ci sono i test effettuati a distanza di 4 ore dall’incidente e la denuncia della famiglia della vittima per ritardi e omissioni.

Ma c’è soprattutto un fascicolo che passa di scrivania in scrivania e da quella del primo giudice viene trasferito ad un secondo e infine ad un terzo. Un procedimento penale durato dieci anni e mezzo.

E’ quello che si è concluso venerdì scorso primo ottobre al Tribunale di Tivoli per la morte di Simone Fertuzzi, un ragazzo di 21 anni di Palombara Sabina, deceduto in un tragico incidente stradale avvenuto nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 marzo 2011 in via Pantano, a Guidonia, la strada che unisce la provinciale 28 Bis alla via Maremmana inferiore.

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Il Presidente della Sezione Penale Nicola Di Grazia ha condannato in primo grado a due anni e 8 mesi di reclusione per omicidio colposo aggravato Francesco D., 43enne di Guidonia Centro. Il giudice è andato oltre la richiesta del pubblico ministero Filippo Guerra che aveva proposto una pena di due anni e mezzo, non riconoscendo all’imputato né le attenuanti generiche né il risarcimento del danno pari a circa 660 mila euro già erogato alla famiglia dall’assicurazione della Lancia Delta, auto presa a noleggio dalla Cotral di cui il 43enne era dipendente.

Entrambi i magistrati hanno escluso per Francesco D. l’aggravante della guida in stato d’ebbrezza, anche se l’automobilista risultò positivo all’alcol e con un tasso alcomelico pari allo 0,6% grammi per litro presente nelle urine. Una percentuale di poco superiore al limite previsto dal Codice della Strada per la quale è prevista una sanzione amministrativa, comunque non sufficiente ai magistrati per contestare l’aggravante che all’epoca il Codice di Procedura Penale riconosceva soltanto qualora il tasso alcolemico fosse superiore a 1,5.

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Insomma, dalle analisi è emerso che l’imputato era sicuramente “brillo” ma non ubriaco, almeno a distanza di 4 ore dallo scontro mortale quando venne sottoposto all’alcoltest.

A Francesco D. è stata applicata la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per un anno e addebitate le spese processuali e le spese legali di 8 mila euro sostenute rispettivamente dai genitori di Simone Fertuzzi, Maurizio e Domenica, e dal fratello Marco, costituiti parte civile nel processo con gli avvocati Stefano Saccucci e Livio Proietti di Tivoli.

Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate tra 90 giorni.

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