Impennata di prezzi senza precedenti

La crisi energetica che attanaglia l'Europa parte dalla Cina

In un anno il gas naturale è arrivato ad un’impennata del 250%, simile l’aumento di prezzo del petrolio, con un inverno in cui si prevedono aumenti sensibili.

Ma la crisi energetica globale ci conferma che la Cina è vicina. I problemi dell’economia più arrembante nel mondo stanno avendo degli echi anche dalle parti del continente antico. Pare non salvarsi nessuno, dalle grandi case automobilistiche all’allevamento finalizzato alla gestione di grandi messi di approvvigionamenti alimentari per il pianeta.

Il problema parte come sempre dall’energia. E questa inizia dalla crisi di carbone di cui anche la Cina soffre. Un problema per tutti i modelli di società, come la Cina, che nel migliore dei casi vedono fortemente rallentare la crescita. Il contraccolpo è la crisi per gli altri.

Materie prime a rischio, ne sono l’espressione concreta. In più anche la crisi irrisolta con Taiwan. L’espressione rinverdita dai manuali è quella di stagflazione. Tocca il settore manifatturiero, riguarda la Cina e a cascata tutti gli altri paesi. Sempre la Cina prova a intensificare chiedendo sia messo a disposizione dalla produzione nazionale più carbone – lì si può dare proclami di questo tipo. Il contrappasso per loro consiste nell’evitare i razionamenti dell’elettricità. Dare una risposta per la Cina è necessario, per tanto si tenta di spingere sulle importazioni di gas naturale. La conseguenza è l’effetto domino che chiama la crisi di altri comparti di impresa che in apparenza sembra non abbiano relazione con la crisi energetica. Si avverte così la crisi di produzione di carta e cartone. Il settore Alimentare si ravvisa con il raccolto che diventa più difficile. Ma per ridurre il consumo di energia elettrica diversi impianti hanno chiuso. Le interruzioni di corrente in Cina hanno visto diminuire la produzione di lana che va a complicare una crisi del settore nel resto del mondo. Il risparmio energetico non poteva che coinvolgere anche il settore dell’Elettronica. L’impatto finora si è limitato per le chiusure abituali in questo periodo dell’anno ma se dovesse continuare questa crisi i contraccolpi potranno sentirsi immediatamente per il prossimo anno. Buon ultime ma non ultime c’è il settore dell’Automotive che vede il deterioramento del mercato dei semiconduttori. Si prevedono effetti sulla produzione di auto già in crisi per la carenza di chip.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.