L’ultimo volo dei Enrico Mattei

Il presidente dell’Eni riceve una serie di minacce e dal ritorno di un viaggio in Marocco nel motore del suo aereo viene rinvenuto un cacciavite.

Già dagli anni ‘60 sette sorelle (Shell, Exxon, BP, Mobil, Chevron, Gulf e Texaco) hanno il monopolio delle produzione di petrolio mondiale fino a quando uno straordinario manager italiano: Enrico Mattei, presidenza dell’Eni negozia rilevanti concessioni petrolifere in Medio Oriente e chiude un considerevole accordo commerciale con l’Unione Sovietica. La politica del presidente Enrico Mattei è aggressiva nei confronti delle sette sorelle (è stato lui a definirle in questa maniera) a tal punto da provare l’ingresso dell’Agip nel nel “Consorzio per l’Iran”, il cartello delle sette principali compagnie petrolifere degli. Il mondo in questo periodo è caratterizzato da un equilibrio precario, che diventa instabile quando si toccano gli interessi economici dei colossi del petrolio per lo più provenienti dello stesso paese: gli Stati Uniti d’America. Il presidente dell’Eni riceve una serie di minacce e dal ritorno di un viaggio in Marocco nel motore del suo aereo viene rinvenuto un cacciavite. Una serie di “allarmi” giungo anche dall’Urss dato che la questione inizia a diventare davvero pericolosa anche perché Enrico Mattei riesce a costruirsi una corsia previlegiata in Algeria dovuta, sostiene qualcuno, ai finanziamenti Eni riservata alla lotta di liberazione. Il manager italiano perde tragicamente la vita la sera del 27 ottobre 1962, quando il Morane-Saulnier MS.760 Paris I-SNAP, con cui stava tornando a Milano da Catania, precipita nelle campagne della in provincia di Pavia. Secondo una recente ricostruzione Cosa Nostra avrebbe contribuito all’attentato posizionando una bomba su velivolo e la pista pare essere plausibile dato che niente si può fare in alcune zone del Meridione senza il consenso della criminalità organizzata.

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FGI

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