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Femmine laureate: guadagnano in media il 20% in meno dei maschi

Eppure sono più brave e preparate: la discriminazione dei sessi anche sul lavoro è dura a morire

Più brave e più preparate, però le laureate italiane sul lavoro hanno meno possibilità rispetto ai maschi, solo perché femmine. Una discriminazione insopportabile che continua anche per le giovani generazioni. Lo evidenzia il primo “Rapporto tematico di genere” del consorzio universitario AlmaLaurea che ha confrontato i percorsi di studio e di lavoro di circa 291mila laureati e laureate nel 2020 e 655mila negli anni 2029-2017-2015, di cui sei su dieci sono femmine. Molte concludono il percorso universitario prima rispetto ai loro compagni, laureandosi in tempo nel 60% dei casi. Ma per loro non cambia molto, precariato, concorsi nel pubblico impiego, soprattutto nella scuola, per poi scivolare nel ruolo considerato tuttora “privilegiato” per le femmine, figli e famiglia. Ne abbiamo parlato con l’economista tiburtina Azzurra Rinaldi che ci ha chiarito molte idee in proposito, come il fatto che la situazione di vulnerabilità delle femmine in cerca di lavoro non è peggiorata solo “causa” Covid, ma è in atto da tempo.

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