GUIDONIA – Chiede il permesso di soggiorno, ma la residenza è falsa

Extracomunitario denunciato dalla Polizia si appella al Tar per ottenere il visto: condannato a rimborsare le spese legali alla Questura

Aveva presentato il documento convinto che nessuno se ne sarebbe accorto e avrebbe ottenuto facilmente il permesso di soggiorno. Ma non ha fatto i conti coi controlli incrociati della Polizia: il certificato di residenza nel Comune di Guidonia Montecelio era falso.

Il caso dell’extracomunitario è sintetizzato nell’ordinanza numero 573 pubblicata il 28 gennaio dal Tar del Lazio che ha respinto la domanda cautelare dell’immigrato finalizzata a far annullare il diniego di rilascio del permesso di soggiorno per lavoro autonomo emesso il 18 agosto 2021 dalla Questura di Roma.

La vicenda risale all’estate dell’anno scorso, quando l’extracomunitario fu ricevuto all’Ufficio Immigrazione della Capitale per richiedere il permesso e presentò il certificato di residenza a Guidonia. Un semplice riscontro con l’Ufficio Anagrafe di Palazzo Matteotti fu sufficiente per accertare che l’uomo non aveva mai risieduto nella terza città del Lazio, per cui la Polizia lo denunciò per falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico e per violazione delle norme del testo unico per l’immigrazione.

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Il “trucchetto” scoperto dagli agenti era molto semplice: l’immigrato aveva scannerizzato un certificato di residenza – vero – rilasciato ad un connazionale, del quale ha cancellato le generalità per sostituirle con le proprie. Per ora l’extracomunitario è stato condannato dal Tar a pagare 500 euro di spese legali alla Questura di Roma.

La domanda sorge spontanea: si tratta di un caso isolato, oppure i certificati “taroccati” presentati per ottenere il visto sono molti di più?

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