GUIDONIA – Cyberbullismo, gli studenti dicono NO in musica e danza

Il progetto “+Amici, - Bulli” all’Istituto “Alessandro Volta”

L’uso distorto della tecnologia, trasformata in arma di distruzione del diverso.

Una presa di coscienza fondamentale nell’era dei Social Media per sensibilizzare all’inclusione e alla costruzione di relazioni positive e solidali i ragazzi che negli ultimi due anni sono vissuti immersi nella “rete”, sospesi tra chiacchiere con gli amici e sentimenti, disagi e condizionamenti amplificati dalla didattica a distanza e chiusure forzate che hanno moltiplicato il tempo in cui si resta iper-connessi.

E’ in sintesi l’obiettivo di “+Amici, -Bulli”, il progetto contro il bullismo e il cyberbullismo promosso dalle professoresse Annapaola De Santis e Francesca Rossi dell’Istituto tecnico Alessandro Volta di Guidonia in collaborazione con le colleghe Barbara Caponetti e Roberta Sabbatini.

Martedì 7 giugno nell’istituto diretto dalla preside Maria Cristina Berardini i ragazzi della seconda D insieme agli studenti della prima C hanno messo in scena una rappresentazione contro il bullismo e il cyberbullismo, un viaggio fatto di parole e canzoni, per gridare il loro NO.

La performance è il prodotto realizzato a conclusione del percorso di riflessione realizzato nell’arco del biennio sui rischi legati a un uso non appropriato e non responsabile delle nuove tecnologie.

Si tratta di una proposta di intervento educativo, che ha riguardato sia l’uso dei social sia le dimensioni personali emotive e il rafforzamento delle competenze relazionali dei ragazzi per responsabilizzare sui messaggi verbali e non della comunicazione quotidiana.

Un lavoro di riflessione sulle parole che feriscono e che segnano (le ferite del cuore sono difficili da guarire) e su quelle belle che avvicinano, accolgono e rendono grazie, entrando in contatto con la propria corporeità, favorendo la conoscenza ed espressione del proprio vissuto emozionale, promuovendo la socializzazione nel gruppo coordinandosi nelle varie attività presentate e sperimentate sul palco.

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Così martedì scorso i ragazzi hanno dato voce al dolore di quei genitori i cui figli si sono tolti la vita a causa di quelle parole che fanno male, e l’hanno fatto con un’intensità e una passione tale da far commuovere i presenti. Il tutto intervallato dalle canzoni “Billy blu” di Marco Sentieri e “Guerriero” di Marco Mengoni dove gli studenti hanno rappresentato i testi con passi e gesti semplici, ma simbolici e significativi che hanno catturato l’attenzione del pubblico.

Per concludere gli alunni hanno cantato “Imagine” di John Lennon con il linguaggio dei segni, sottolineando così l’importanza dell’inclusione. I ragazzi hanno, infine, esaltato le loro diversità con le “parole belle”, quelle che rendono unici.

Il nostro approfondimento – spiegano le docenti Annapaola De Santis e Francesca Rossiè iniziato lo scorso anno con la visione del film The imitation game, la storia di un genio che viene condannato all’indice dal suo Paese, l’Inghilterra, che aveva aiutato a uscire vincitrice dalla guerra.

Alan Turing era un ragazzino introverso e fragile. Sua colpa quella di esser omosessuale in una nazione in cui questa inclinazione era un reato, non una diversa attrazione fisica e una modalità di Amare. Muore suicida a 42 anni – proprio il 7 giugno del 1954.

Ci siamo chiesti se possa una persona “diversa” e magari incompresa o fastidiosa, portare un contributo eccezionale per il bene di tutti e la risposta è stata quella dell’accoglienza, al di là di stereotipi, pregiudizi, chiusure mentali ed etichette culturali”.

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Abbiamo proseguito quest’anno con “Cyberbully Pettegolezzi online” – aggiungono le docenti dell’Istituto Volta di Guidonia – Un alunno ha, quindi, recitato un pezzo del monologo di Drusilla Foer sull’“Unicità”.

Poi, è stata la volta di un’alunna che, con altri compagni, ha impersonato e fatto sue le parole di Teresa Manes, madre di Andrea, morto suicida. I suoi compagni avevano creato una pagina Facebook dove veniva etichettato come “Il ragazzo dai pantaloni rosa”.

Ed ancora, la storia di Carolina Picchio, con un alunno che ha interpretato suo padre”.

Il messaggio che si è voluto condividere – concludono le insegnanti Annapaola De Santis e Francesca Rossi – è che insieme si può imparare ad accettare ed incontrare la Diversità, garantendo la libertà e il rispetto per l’altro, a partire dalla propria classe, dove le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e valorizzate, evitando che la differenza si trasformi in esclusione, ostilità, indifferenza, nella consapevolezza che essa non solo faccia parte della vita ma è la vita, la sua essenza e la sua ricchezza.

La sensibilizzazione che passa attraverso la musica e la recitazione, usando il linguaggio dei giovani, raggiunge i cuori e li rende, così, pensanti”.

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