TIVOLI – Madre e figlia asfissiate nel rogo, via al maxiprocesso per 16 imputati

Aperto il dibattimento per la morte di Ines Scrocca e di Rosanna Schianchi: omicidio colposo e incendio boschivo

Le scintille schizzarono tra la vegetazione mentre gli operai con un frullino lavoravano alla tratta ferroviaria.

Fu l’innesco di un disastro che secondo gli inquirenti poteva essere evitato, se non ci fosse stata negligenza, imperizia e imprudenza.

Rosanna Schianchi e Ines Scrocca, figlia e madre morte nell’incendio del 7 agosto 2017 a Tivoli

Omissioni che avrebbero determinato la morte di Ines Scrocca e di Rosanna Schianchi, 92 e 68 anni, madre e figlia rimaste asfissiate il 7 agosto del 2017 nell’incendio scatenato a ridosso della stazione ferroviaria di Tivoli fino a lambire la loro casa.

Il Tribunale di Tivoli dove si celebra il processo per la morte di madre e figlia asfissiate nel rogo

Oggi, giovedì 30 marzo, al Tribunale di Tivoli il giudice Camilla Amedoro ha aperto il dibattimento del maxi-processo che vede imputate sedici persone, tra dipendenti di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), amministratori e responsabili delle ditte appaltatrici, l’abruzzese “Ceit Impianti Srl” e la romana “Isam Srl”, oltre a tre proprietari di terreni limitrofi all’abitazione di Ines Scrocca e Rosanna Schianchi.

Il Procuratore Capo di Tivoli Francesco Menditto

I sedici imputati sono stati trascinati a processo dal Procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto e dal sostituto Filippo Guerra con la doppia accusa di omicidio colposo e incendio boschivo.

Non averlo impedito è stato equiparato ad averlo causato, nonostante il vano tentativo degli operai di spegnere le fiamme a colpi di pala, perché estintori non ce ne erano.

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La casa delle vittime avvolta dalle fiamme

Nella lista degli imputati i primi sono dipendenti dell’abruzzese “Ceit Impianti”: Giovanni L., 67 anni, Direttore tecnico della Ceit Impianti Srl, firmatario del piano operativo della sicurezza e rappresentante del Raggruppamento temporaneo d’imprese che il 2 gennaio 2014 aveva stipulato il contratto di appalto con Rfi per la realizzazione di lavori di adeguamento della tratta ferroviaria Guidonia-Sulmona; Gianfranco G., 38 anni, Direttore di cantiere e responsabile della sicurezza in cantiere della Ceit; Giulio Cesare L., 56 anni, Direttore tecnico e responsabile di linea della Ceit; Pasquale T., 48 anni, responsabile del servizio di prevenzione e protezione della “Ceit Impianti srl”; Silvio B., 60 anni, capo cantiere della Ceit il giorno dell’incendio; Giuseppe G., 58 anni, capo squadra della Ceit il giorno dell’incendio.

I sopralluoghi dopo la tragedia del 7 agosto 2017

A processo anche Cristina M., 55 anni, responsabile della SO Ingegneria della Direzione Territoriale Produzione di Roma della Rfi nonché responsabile dell’esecuzione del contratto stipulato da Rfi con la Isam e responsabile dei lavori oggetto del contratto stipulato da Rfi con l’Ati capeggiata dalla Ceit Impianti; Fabiana M., 46 anni, Direttore dei lavori eseguiti dalla Ceit nominato da Rfi; Andrea T., 50 anni, responsabile per conto di Rfi dell’esecuzione dei contratti applicativi nell’ambito dell’appalto affidato alla Isam Srl; Salvatore P., 48 anni, Direttore dell’esecuzione nominato da Rfi per i lavori oggetto dell’appalto affidato alla Isam Srl; Alessandro A., 46, Direttore dell’esecuzione dei contratti applicativi oggetto dell’appalto affidato alla Isam.

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L’aula del Tribunale di Tivoli dove si celebra il maxiprocesso per 16 imputati

Per la romana Isam srl, il Procuratore Capo Menditto e il sostituto Guerra hanno portato a processo Tommaso Antonio M., 61 anni, amministratore delegato e rappresentante legale della Isam Srl: secondo i magistrati, infatti, la ditta aveva assunto l’obbligo contrattuale di fornire e realizzare il servizio per il controllo della vegetazione infestante mediante l’impiego di mezzi meccanici e formulati chimici delle aree ferroviarie nell’ambito della giurisdizione della Direzione Territoriale di Roma della Rfi.

Imputato anche Fabrizio N., 41 anni, Direttore tecnico nominato dalla ditta appaltatrice Isam Srl.

Sotto processo, infine, Gioia C., 56 anni, Rosella C., 54, e Oreste C., 63, comproprietari del terreno vicino a quello in cui morirono Ines Scrocca e Rosanna Schianchi.

Si annuncia un processo complesso, soltanto all’esito del quale sarà possibile accertare eventuali responsabilità per il decesso di madre e figlia.

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