“Stop alla precarizzazione di lavoratrici e lavoratori nel sociale e negli appalti!”.
E’ lo slogan con cui oggi, martedì 25 giugno, hanno manifestato in piazza Giacomo Matteotti a Guidonia gli operatori del servizio di assistenza domiciliare ai portatori di handicap (ADH), che dal primo luglio verrà gestito dal Consorzio Valcomino.
Il sit-in, promosso dalle sigle sindacali FP Cgil Rieti Roma Eva e Cisl FP Roma Capitale Rieti, è finalizzato ad evitare che i venti operatori vengano assunti da un’agenzia interinale, come già accaduto per lavoratrici e lavoratori del servizio di assistenza domiciliare agli anziani (ADI), anch’esso gestito fin dal mese di maggio dal Consorzio Valcomino.
“E’ passato più di un mese – scrivono in un comunicato congiunto FP Cgil Rieti Roma Eva e Cisl FP Roma Capitale Rieti – da quando lavoratrici e lavoratori dell’assistenza domiciliare del servizio ADI del Distretto Roma 5.2 sono stati assunti da un’agenzia interinale al posto di chi avrebbe dovuto assumerli in ragione della cosiddetta clausola sociale prevista sugli appalti, di quanto stabilito nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di settore e in ragione soprattutto della salvaguardia della qualità del servizio compresa la continuità assistenziale e occupazionale”.
“Dopo i nostri reclami e le nostre diffide – proseguono i sindacati – il Comune ha prima invitato il Consorzio Valcomino e poi esplicitamente chiesto allo stesso di applicare quanto previsto dal capitolato d’appalto e dalla consuetudine in materia di applicazione della cosiddetta clausola sociale. Il Consorzio tuttavia ha ritenuto di proseguire incurante delle parti sociali e delle istituzioni”.
“Vogliamo garanzie per chi lavora e qualità dei servizi nel sociale – spiega Nello Crescenzo, Responsabile del Dipartimento del III Settore di FP Cgil Rieti Roma Eva – Le lavoratrici ed i lavoratori nel sociale e sugli appalti non sono campi di esperimento per i comodi di qualcuno.
Oggi, anche le lavoratrici dell’assistenza ADH rischiamo la stessa sorte di quelli dell’ADI.
Non lo possiamo permettere.
Il Comune intervenga e fermi la deriva, assuma gli atti consequenziali facendosi garante della tutela delle lavoratrici e della qualità dei servizi”.