Un viaggio di istruzione attraverso Trieste, Pola, Rovigno e Pirano, un’esperienza unica che dal 30 marzo al 2 aprile ha permesso a 32 alunni delle scuole medie dell’Istituto Comprensivo Città dei bambini di Mentana, di esplorare in prima persona la storia delle Foibe e dell’esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati.
Gli studenti in visita alla Foiba di Basovizia
Il percorso, interamente gratuito, è stato un’opportunità per i ragazzi di riflettere profondamente su eventi storici spesso trascurati, vivere momenti di crescita e divertimento, sempre all’insegna del rispetto e dell’educazione.
Il viaggio è iniziato con la visita alla Foiba di Basovizia, un luogo che ha suscitato emozioni forti nei ragazzi. Accompagnati da una guida esperta, hanno intrapreso un viaggio nel passato, scoprendo una storia dimenticata per oltre sessant’anni, quella di migliaia di abitanti della Venezia Giulia che hanno pagato con la propria vita il desiderio di vivere liberi e sotto il governo italiano.
Altre immagini del viaggio degli studenti dell’Istituto Comprensivo Città dei bambini di Mentana
La guida ha raccontato, con grande passione e commozione, degli orrori perpetrati dai partigiani comunisti del regime di Tito e dell’Esodo, la drammatica fuga degli italiani dalle terre orientali un tempo italiane.
La foiba, simbolo di dolore e speranza, è stata onorata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riconoscendo finalmente l’importanza di quella memoria storica.
Nello stesso giorno, gli studenti hanno avuto l’opportunità di visitare il Museo di Carattere Nazionale C.R.P. di Padriciano (Centro Raccolta Profughi di Padriciano), l’unico museo di questo tipo in Italia, situato in un’area esclusiva che conserva intatta la sua struttura originaria, nonostante la dismissione avvenuta a metà degli anni ’70.
A oggi, sono ancora ben visibili gli edifici a più piani che costituivano le strutture centrali del campo, comprendenti la mensa comune, alcuni magazzini e gli uffici amministrativi, dove vennero accolti gli esuli in fuga dalle persecuzioni del regime comunista jugoslavo nel periodo del dopoguerra.
Le baracche, prive di riscaldamento e acqua corrente, erano rivestite e isolate con lastre in amianto-cemento del tipo eternit, i cui resti sono tuttora evidenti nel terreno e tra le fondamenta in cemento, che sono rimaste intatte dopo la campagna di demolizioni degli anni ’80.
Francesco ha commentato l’esperienza affermando: “È stato impressionante vedere come vivevano i profughi in passato. Mi ha colpito molto il fatto che le persone dovessero vivere in baracche senza riscaldamento e acqua corrente, e che l’amianto, che è molto pericoloso, fosse utilizzato per costruire le abitazioni. Non mi immaginavo che un luogo come questo fosse così vicino alla nostra realtà.”
Il giorno seguente, i ragazzi si sono recati a Pola, dove sono stati accolti dalla dirigente della scuola superiore “Dante Alighieri”, Professoressa Debora Radolovic, e dal Professor Luca Brussich, direttore della scuola primaria “Giuseppina Martinuzzi”.
I due docenti hanno raccontato ai ragazzi la realtà della Comunità Nazionale Italiana a Pola, una comunità che conserva ancora viva la lingua italiana.
I ragazzi sono rimasti colpiti dalla ricchezza storica e culturale della città, mentre ascoltavano con attenzione la storia dell’Esodo e le difficoltà vissute dalla popolazione italiana di Pola.
La visita guidata ha permesso loro di esplorare i luoghi storici della città, traendo nuova consapevolezza sulla propria identità culturale. Durante la visita guidata della città, lo stupore nei loro occhi era palpabile.
“È incredibile pensare che qui le persone abbiano dovuto abbandonare tutto e ricominciare altrove”, ha commentato uno studente, con voce carica di emozione.
Il gruppo ha poi proseguito verso Rovigno, una perla della costa adriatica della Croazia.
Qui, i ragazzi hanno visitato la Chiesa di Sant’Eufemia e si sono fermati ad ammirare il panorama mozzafiato che si estendeva dal suo sagrato.
L’emozione di scoprire che Rovigno, una città profondamente italiana, ha visto nel 1951 l’esodo di numerosi suoi abitanti, ha lasciato un segno profondo nei ragazzi.
Con grande interesse, hanno appreso delle vicissitudini politiche e storiche che cambiarono il volto della città, trasformandola da comunità italiana a realtà jugoslava, e delle sofferenze che ciò comportò.
Molti dei giovani hanno espresso una nuova consapevolezza sul valore della memoria e sulla necessità di preservare la storia.
Il viaggio è proseguito con la visita a Pirano, una città che ha visto passare il suo destino sotto diversi imperi, fino a diventare parte della Repubblica di Slovenia.
Qui i ragazzi hanno approfondito la storia complessa e ricca della città, rendendosi conto di quanto le alterne vicende storiche abbiano segnato le popolazioni che vi hanno abitato.
La consapevolezza della perdita della propria terra e delle proprie radici ha toccato i ragazzi, che hanno mostrato grande empatia per coloro che hanno dovuto affrontare l’esodo.
“Non avevo mai pensato che una città potesse avere una storia così complicata”, ha detto una ragazza, impressionata dalle continue trasformazioni che hanno segnato Pirano.
Il giorno conclusivo è stato dedicato al Magazzino 18 (oggi 26) e al Castello di Miramare di Trieste.
Al Magazzino, i ragazzi hanno avuto l’opportunità di ascoltare il toccante racconto di un esule che ha vissuto nei campi profughi e ha raccontato le difficoltà di quei giorni di estrema povertà e speranza.
Le emozioni vissute sono state fortissime, tanto che alcuni ragazzi, visibilmente commossi, hanno abbracciato la testimone come segno di solidarietà.
Al Magazzino sono custoditi oggetti appartenuti alle famiglie italiane costrette a fuggire, come sedie, quadri, libri e quaderni che non hanno mai più potuto riprendersi.
Il messaggio che l’esule ha voluto lasciare ai ragazzi è stato forte e chiaro: “Studiate, informatevi, perché solo con lo studio e l’impegno si possono difendere le proprie idee”.
Le storie degli oggetti lasciati indietro durante l’Esodo hanno fatto sentire ai ragazzi il dolore di chi ha perso tutto, ma anche la forza di chi non ha mai smesso di sperare.
“Non dimenticherò mai questo momento”, ha dichiarato un ragazzo.
Infine, il gruppo ha visitato il Castello di Miramare, un luogo affascinante che ha suscitato grande ammirazione tra gli studenti. I ragazzi hanno apprezzato la sua storia, la bellezza degli arredi originali e la vista panoramica sul Golfo di Trieste, che li ha lasciati senza parole.
Questi quattro giorni intensi, ricchi di emozioni, riflessioni e nuove consapevolezze, hanno segnato un momento di crescita importante per i ragazzi.
Tornati a casa, si sono sentiti più maturi, arricchiti dalla conoscenza di una storia troppo a lungo dimenticata e consapevoli delle opportunità che la scuola e la cultura possono offrire per costruire un futuro migliore.
(Mariangela Di Giovanni)