Se i pazienti si presentavano di notte o nei giorni di festa, lei li rispediva a casa oppure non rispondeva affatto alla chiamata.
Tuttavia non esitava ad attestare, mentendo, di averli visitati.
Per questo ieri, mercoledì 9 aprile, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado per falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale e omissione di atti d’ufficio a 3 anni e 6 mesi di reclusione M. G. G., 60enne italiana medico presso la Asl Roma 5.
Il Collegio presieduto da Sergio Umbriano – a latere i giudici Matteo Petrolati e Francesca Fabbrini – ha condiviso la ricostruzione della Procura che aveva chiesto la medesima pena per la dottoressa, già nota all’Autorità giudiziaria e in passato condannata per i reati di tentata truffa e appropriazione indebita.
Secondo la ricostruzione dei magistrati, i fatti risalgono al periodo compreso tra settembre e dicembre del 2018.
All’epoca M. G. G. svolgeva i turni nel servizio di guardia medica presso il comune di Olevano Romano. Il primo episodio denunciato da un paziente ai carabinieri della stazione di Olevano Romano accade il 28 settembre di 7 anni fa.
Stando al suo racconto, nel corso della nottata l’uomo si presentò presso l’ambulatorio della guardia medica per un malore, bussò insistentemente ma M. G. G. non rispose.
A quel punto, il paziente si rivolse alla guardia medica di Subiaco, dove ottenne assistenza, fu visitato e gli fu diagnosticata una dermatite da herpes zoster.
Stando sempre alla ricostruzione dei magistrati, nella mattinata M. G. G. telefonò al collega della guardia medica di Subiaco per acquisire notizie sulle condizioni del paziente e attestò falsamente nel registro delle visite di aver visitato l’uomo.
La stessa scena si sarebbe ripetuta il 25 dicembre 2018. Il giorno di Natale di 7 anni fa la 60enne dottoressa della Asl Roma 5 era di turno nel servizio di guardia medica presso il comune di Olevano Romano. In quel caso a denunciarla sono stati un uomo e una donna.
A detta dei pazienti, nel corso della mattinata si erano presentati nell’ambulatorio per visite urgenti, ma la dottoressa si rifiutò.
Circostanza che, soltanto nel caso della donna, durante il processo non è stata confermata, per questo la 60enne è stata assolta perché il fatto non sussiste.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.