GUIDONIA – “Gli eroi di Roma”, il nuovo romanzo storico di Marco Quaranta

Lo scrittore presenta la sua terza opera al Centro commerciale “Tiburtino”

Sabato 4 ottobre alle 18:00 nello spazio galleria antistante la libreria Coop del Centro commerciale Tiburtino a Guidonia verrà presentato “Gli eroi di Roma”, il nuovo romanzo storico di Marco Quaranta, 52enne scrittore di Guidonia, funzionario comunale con una lunga esperienza nei Servizi sociali.

Marco Quaranta, 52enne scrittore di Guidonia è al suo terzo romanzo storico

Si tratta della terza opera firmata da Quaranta dopo “Il Guerriero di Roma” del 2023 e dopo “Roma vs Veio – Il duello mortale” del 2021 (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Sabato prossimo lo scrittore racconterà al pubblico di come gli intrighi politici e gli amori del protagonista si incrociano e si scontrano in un periodo di estrema crudeltà e guerra in una Roma antica del IV secolo avanti Cristo.

“Gli eroi di Roma”, edito dalla casa editrice “Arpeggio Libero” di Lodi, è stato presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino a maggio del 2025 dove ha riscosso subito un grande successo.

Cresciuto a Villanova di Guidonia, Marco Quaranta abita con la sua adorata compagna e i suoi amati figli nel borgo medievale di Montecelio, la Corniculum che diede i natali al Re Servio Tullio.

Un posto ricco di storia.

Come quella della Roma antica narrata attraverso il personaggio di Marco Orazio Pulvillo, con uno stile di scrittura che esalta le situazioni raccontate grazie a una energica e vibrante narrazione legata a una folta galleria di personaggi grazie ai quali il lettore è coinvolto in un turbinio di emozioni.

Con questo libro Marco Quaranta ha voluto affondare la conoscenza dell’animo umano; lo abbiamo conosciuto con le sue sagaci descrizioni dei momenti drammatici legati alla guerra, dove ha sempre messo in risalto la brutalità e la violenta realtà quotidiana della vita militare nelle legioni romane, da sempre simbolo di spietata ed efficiente macchina da guerra.

Ma la storia c’insegna che tutto il mondo antico era brutale e sanguinoso e che Roma rappresentava un faro di civiltà che si distingueva dal resto delle culture pre-romane.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - “Non perdere il battito!”: al parco la Giornata Mondiale per il Cuore 

Un nuovo modo di pensare, anche se legato alle antiche tradizioni dell’età dell’oro, il mondo romano dava spazio anche ai sentimenti che riuscivano a emergere da una struttura sociale pragmatica.

In questo romanzo il nostro eroe si troverà, suo malgrado, ad affrontare non solo la più atroce delle battaglie tra Roma e l’odiata città di Veio, l’ultima della decennale sfida di civiltà, ma la guerra che non è mai una bella vicenda, ma che rimane nella storia.

Dolore e onore sono l’essenza delle vite dei nostri eroi. Le lame sono le armi più affilate, capaci di portare via la vita nel modo più doloroso che una persona conosca, finché non scoprono di poter amare.

Camminare sul campo di battaglia e vedere i corpi dei fratelli d’arme riversi a terra senza più la scintilla del loro genius, costringe i combattenti a non elemosinare la vittoria, ma ad afferrarla con la punta della propria arma colorandola del sangue del nemico per sopravvivere.

La guerra insegna a non piangere a “combattere per la propria felicità, prima ancora che per il proprio onore”.

La guerra non conosce un dolore più forte della morte. Ma la morte sa di non essere la peggiore degli assassini che vive nel mondo mortale. In questo romanzo preciso e puntuale nella costruzione della storia domina la sofferenza, oltre la paura di morire; padroni delle tempeste di emozioni, che dettano le azioni degli eroi… i forti… di coloro che il fato ha cercato di manipolare.

Loro sanno di avere l’obbligo di rispettare il ruolo che gli dèi hanno deciso a colpi di dolorose verità.

Conoscono l’onestà della propria condizione, trascinano per il mondo il loro fardello croce personale, così pesante da farli cadere a terra.

Ogni colpo, ogni caduta non li spezza li vedi sporchi di vita pronti a rialzarsi, pronti ad andarsene, per sempre.

Capaci di amare fino a essere distrutti nell’animo quando l’amore viene, loro, portato via.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - Alessandro Castellaccio ucciso a calci in faccia: assolto Mircea Nasaf

Perché sul campo di battaglia si può morire, in politica si può essere emarginati… ma in amore si può diventare un morto vivente con un dolore lancinante che ogni giorno si rinnova, ogni giorno come il primo cresce fino ad essere fatale senza ucciderti, portandoti via un pezzetto alla volta fino a che l’oblio non inghiotte il tuo cuore per sputarlo fuori e ricominciare ogni giorno facendoti conoscere la solitudine.

Non provate la loro resistenza perché li troverete con gli occhi fissi su di voi, celati nel punto più buio del mondo a custodire il loro dolore.

“Quando ti accorgi che intorno a te c’è solo buio, nero come l’oblio, che anche il sonno ti ha abbandonato, solo allora ti senti veramente solo”.

Il romanzo porta con sé il messaggio che ogni romano conosceva dall’alba della propria gente, sa che il destino di Roma era di adempiere al volere di Giove il padre dell’ordine celeste: la città prediletta avrebbe “Portato la pace e l’ordine nel mondo” in una società violenta e senza scrupoli i romani obbedirono scrivendo una nuova storia per tutto il mondo occidentale.

La prima vittima illustre fu l’odiata città di Veio, combattuta in uno scontro lungo dieci anni, come l’ultima battaglia di Troia.

La storia vuole che Roma nasca e cresca dalle ceneri di Ilio per diventare la più grande superpotenza del mondo antico. Con questo romanzo storico ambientato nella repubblica del IV secolo avanti Cristo, si narra la fine della guerra dopo che i campi furono colorati di cremisi per il sangue versato nell’ultimo atto di questa feroce battaglia.

Marco Orazio Pulvillo sarà il testimone delle imprese del dittatore Marco Furio Camillo e il popolo dei quiriti il braccio armato di una rivoluzione che porterà Roma a conquistare l’intero Latium Vetus, alzando lo sguardo verso l’orizzonte verso l’intera Italia.

“La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.