Chiara: ballerina e insegnante al Beats tra sogni e progetti

Ci parli del tuo percorso da ballerina?

Ho iniziato con la ginnastica artistica a 11/12 anni a Subiaco ma ho capito subito che il corpo libero mi interessava di più e sono passata alla danza. Ho studiato prima a Carsoli, una signora che lavorava lì gentilmente mi accompagnava. Era difficoltoso per gli spostamenti e per la neve, quindi poi ho optato per Tivoli: una mia amica si è iscritta al Beats, ho provato anche io e non li ho più lasciati.

 

Da APEROL SBRINZ foto di Max Malatesta
da Aperol Sbrinz

Cosa hai trovato all’Accademia Beats Generation che non hai trovato altrove?

Questa scuola è stata l’unica che mi ha colpito, da subito. Ho iniziato con danza moderna, insegnava Gabriella Gallo, successivamente sono passata a studiare il contemporaneo e l’hip hop, su cui ho fondato la mia carriera. La cosa che mi ha catturato all’inizio, oltre a una grande attrazione per la materia, è stato il modo di insegnare delle docenti: quando sei molto giovane (avevo 16 anni) vieni colpita soprattutto dall’atmosfera che si respira. Qui ho trovato una grande professionalità e una struttura in cui si lavora su diversi campi artistici. Pian piano, ho avuto poi modo di vivere la danza in relazione con le altre discipline, realizzando spettacoli. Non si trascura neanche l’aspetto video, tanto che come ballerina ho partecipato a due lavori, entrambi diretti da Max Malatesta: al mediometraggio “Daimon” e ad “Aperol Sbrinz” al Teatro Eliseo insieme agli attori che hanno lavorato a “Medea”, l’allestimento con la regia di Pierpaolo Sepe. Tutto questo è stato fondamentale, anche a integrazione dei miei studi al DAMS. Ci tengo, poi, a ringraziare Max Malatesta, rinomato attore teatrale e di cinema che ha lavorato con Giancarlo Giannini e Spike Lee. Max sta dedicando tutto il suo tempo e la sua professionalità ai nostri progetti: se lui non avesse creduto in me, se non mi avesse dato una possibilità, io oggi non potrei raccontare tutto questo.

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Vai ai VIDEO

– Trailer mediometraggio DAIMON

– Videoclip APEROL SBRINZ – Il mattino ha l’oro in bocca

 

 

i cosa ti occupi all’Accademia di Spettacolo Beats Generation?
Sono insegnante e segreteria/organizzatrice. Amo il mio lavoro dove tutto deve essere inventato, dove sei 24 ore su 24 a contatto con le persone e soprattutto con i loro sogni, le loro debolezze, le loro sfide. Insegno ai bambini dai 6 ai 13 anni, alle adolescenti, arrivando fino alle mamme.
Ognuno dei miei allievi mi chiede qualcosa di diverso, ha bisogno di un’attenzione che non è la stessa richiesta da un’altra persona. Cerco di curarmi di ogni singolo. Dal più talentuoso al meno portato.

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Tratta da shooting fotografico  foto di Max Malatesta
 Shooting fotografico

Ci racconti delle esperienze artistiche particolari che hai vissuto?

A me piace cimentarmi in cose diverse: con il nostro gruppo di danza contemporanea, le Sbrinz, abbiamo realizzato dei flash mob l’anno scorso, a Natale, per la manifestazione “Roma si mette in luce”. Eravamo venticinque ballerini e una decina di attori, con un autobus illuminato giravamo le piazze indicateci dal Comune e realizzavamo delle coreografie interagendo col pubblico, per la gioia soprattutto di bambini e turisti. Siamo stati in zone di Roma diverse, dal centro alla periferia, anche presso l’associazione di Suor Paola e a Corviale, alle case popolari. Lì ci sono le roulotte dove vivono gli zingari che ci hanno accolto benissimo, soprattutto i bambini a cui abbiamo distribuito dei dolci: abbiamo portato il Natale pure a loro. Anche ballare per le trasmissioni televisive è un’esperienza importante, per esempio ho lavorato a “Tutti dicono I Love You” con Federica Panicucci, coreografie di Bill Goodson. In quel caso, come per i video, l’errore è recuperabile perché puoi ripetere: in teatro non recuperi più. Per gli spettacoli annuali del Beats, poi, sono anche coreografa: a questi eventi dedico la maggior parte delle mie energie.

 

Come ti prepari alla tua attività di ballerina e di insegnante?

Cerco di tenermi sempre aggiornata, studiando con più insegnanti possibili, ascoltando molta musica, avvicinandomi alle arti in generale: teatro, fotografia, cinema. Cerco di tradurre in movimento ogni emozione, sensazione che provo. Dalla più concreta alla più astratta. Ho scelto il corpo per comunicare al mondo. Certo, la nostra vita non è quella che svolgono comunemente i nostri coetanei: mi alleno dalle 4 alle 7 ore al giorno. La mia frase classica è: “Non posso uscire perché ho danza”. Devi amare immensamente quello che fai per affrontare tutti i sacrifici, la danza richiede un impegno giornaliero per anni. Tutto questo porta poi a una grande soddisfazione, che io non ho trovato in nessun’altra cosa, una soddisfazione che provi solo dopo aver fatto uno spettacolo, dopo un debutto, dopo aver ricevuto un applauso, e da qui la malinconia che ti lascia un progetto portato a termine.

 

Ci sono ballerini e performer che ammiri particolarmente?

Per i videoclip, Kyle Hanagami, californiano, giovanissimo artista hip hop, ballerino e coreografo per Justin Bieber e Black Eyed Peas. Lo ammiro perché è molto giovane e mette sempre qualcosa di nuovo in quello che fa. Poi Sophie Aguiar, ballerina in molti videoclip rap americani, versatile e meravigliosa in ogni situazione. Per l’Italia, Roberto Bolle ed Eleonora Abbagnato. Infine, io amo molto il contemporaneo con i suoi stimoli sensoriali e, a questo proposito, Jacqueline Bulnes, che insegna al Beats, solista per 10 anni della Martha Graham Dance Company di New York, è la personificazione di ciò che è per me il contemporaneo.

 

Per i ragazzi che vogliono intraprendere un percorso nella danza, una cosa da fare assolutamente e una da non fare mai?

Questo è un mondo di sogni, fantasia e arte, ma è anche il mondo più “bastardo” che esiste: ci sono moltissimi pericoli, il primo e il più tragico di questi è l’anoressia. Ognuno deve capire il proprio fisico, deve lavorare sul corpo che ha e accettarsi: solo questa, che è una conquista di testa, porta a fare grandi cose col corpo. Ognuno ha una propria conformazione muscolare e ossea e i limiti fisici, con la volontà e l’impegno, possono essere superati: a me avevano detto che non avrei mai potuto realizzare qualcosa per una questione di conformazione di ossa, ma io sono andata avanti. Sudore, umiltà e tanto sacrificio. Una cosa da non fare: non mollare mai!

 

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Dallo spettacolo teatrale SOGNI del 2013 foto di Max Malatesta

Dallo spettacolo teatrale

SOGNI del 2013

I prossimi eventi che avete in programma?

Noi del Beats organizziamo molti eventi durante l’anno: spettacoli di danza e teatrali, shooting fotografici, mostre, concerti, feste. Ora sto lavorando allo spettacolo di Natale che si terrà sabato 20 dicembre alle Scuderie Estensi e in piazza Garibaldi. Una e vera e propria festa, dalla mattina alla sera ci saranno eventi culturali a cui il pubblico sarà invitato a partecipare attivamente. Ci sarà una sessione di Drum Circle, un’orchestra istantanea guidata da un insegnante di percussioni: una sorta di flash mob musicale a cui ci uniremo noi e tutti gli avventori che lo desidereranno. Per i bambini saranno presenti gli artisti di strada, ci sarà una gara musicale con una giuria popolare e artistica a cui speriamo si unirà Natalie di X-Factor che ha insegnato al Beats per anni, danza e recitazione che si alterneranno con i sonetti di Shakespeare, un set fotografico presso cui la gente potrà utilizzare i costumi e gli accessori che metteremo a disposizione e il Selfie Point. L’evento per il pubblico è del tutto gratuito. E questo è solo l’appuntamento più vicino. Non molliamo nel portare avanti i nostri progetti più ambiziosi che sono il contest internazionale di danza, la proiezione al Cinema Giuseppetti di Tivoli dei nostri corti e di quelli del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dove i nostri giovani attori hanno recitato, la creazione di una casa di produzione Beats per danza, cinema, teatro e una vera e propria agenzia per i giovani artisti. Con il tempo, il lavoro e la giusta fortuna riusciremo a realizzare tutti i nostri sogni e progetti.

 

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