Finalmente un commissario vero per l’emergenza

IL Presidente del Consiglio ha nominato un uomo di fatti: un militare

Un defunto ogni centoventi italiani. Un contagiato ogni venti persone. Nel nostro paese il bilancio ancora provvisorio del Covid è questo. Abbastanza per consentire a SuperMarioNazionale di dare il benservito a Domenico Arcuri che sarà ricordato per l’asserzione “le mascherine non servono e per questo io non me la indosso” – detta alle prime battute della lotta alla pandemia. Ma anche per aver cincischiato sulle mascherine da acquistare comprandole dalla Cina a prezzi esosi con profilassi di sicurezza assai scarsa. Sarà ricordato per la primula dove vezzosamente contava di far vaccinare gli italiani senza prendere il toro per le corna sbalzando giochi di influenze dei potentati in sanità per consentire alle farmacie di vaccinare adottando un metodo già abbondantemente sperimentato nel Regno Unito. Ma sarà ricordato anche per la “voce chioccia” di dantesca memoria.
Al suo posto arriva un militare. Si chiama Francesco Paolo Figliolo ed è Generale di Corpo d’Armata. Il militare si è occupato di logistica, quindi fa ben sperare nelle sue qualità di organizzatore di spazi specifici in territori anche difficili (ha operato in Afghanistan e in Kosovo).
Di sicuro non proporrà soluzioni impossibili in scenari tutti da definire come il famoso ospedale da realizzare nella struttura della Fiera di Milano.
Ma soprattutto tutti noi speriamo che parli assai meno, anzi per niente affatto, ma faccia là dove il suo predecessore è andato a vuoto: logistica per le vaccinazioni distribuita capillarmente nei territori e strutture specializzate per la cura del Covid.
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