A 20 mesi dalla tragedia concentrata nel bergamasco il nostro paese non è in emergenza lo è l’Est Europa
Oltre il nostro continente c’è il Perù che oggi conosce il record mondiale di vittime. Anche Brasile, Colombia e Argentina, dall’autunno-inverno scorso hanno superato l’Italia.
Nella triste classifica di chi ha avuto maggiori costi in termini di vite umane l’Italia oscilla dal quindicesimo al ventesimo posto nel mondo. La rilevazione e il confronto con gli altri paesi si calcola su ogni 100mila o milione di abitanti. Negli ultimi mesi l’Italia è stata superata dal Belgio. Si accentua la crisi anche in Ungheria e Bosnia, come in Romania e Repubblica Ceca.
Ma anche gli Stati Uniti aumentano nel conteggio dei decessi e presto avranno un bilancio cumulato di morti peggiore del nostro. La spiegazione è che lì il tasso di vaccinazione è del 57%.
Anche vero però che l’Italia nell’Europa occidentale resta il paese che ha pagato di più gli effetti del Covid in termini di perdite. Solo il Belgio ha un numero maggiore di defunti in relazione sempre alla popolazione.
Il Regno Unito che conosce una tendenza in crescita potrebbe raggiungere i danni sopportati dall’Italia.
Ma la ripetuta morale di questa storia fatta di confronti tra eventi luttuosi consiste nel dato di fatto che dove la copertura vaccinale è più alta il numero di decessi scende in maniera drastica. Ma il secondo dato consiste nello stato di libertà assoluta adottato, ad esempio, nel Regno Unito. Chi ha abbracciato questa dimensione avversa ad ogni vincolo ha pagato i danni maggiori.