Il Complesso dell’Annunziata futura sede del museo di Tivoli

Il Complesso dell’Annunziata futura sede del Museo di Tivoli. L’ex riformatorio Niccolò Tommaseo, appartenente al ramo storico e artistico del demanio pubblico dello Stato, ospiterà infatti il Museo della città. Il 18 novembre alle 10,30 sarà formalizzato il passaggio dell’importante immobile al Comune di Tivoli.
Alla cerimonia di sottoscrizione, prevista alle ore 10.30 presso la sala conferenze del Museo della Città a palazzo Macera (noto come palazzo della Missione), in piazza Campitelli, a Tivoli, interverranno il Segretario Regionale del MIC per il Lazio, Leonardo Nardella, la Soprintendente ABAP per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, Lisa Lambusier, il Direttore della Direzione regionale Lazio dell’Agenzia del Demanio, Giuseppe Pisciotta e il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti.
Entro 180 giorni dalla sottoscrizione dell’accordo, lo storico Complesso costituito dal Palazzo della Missione con l’annessa Chiesa verrà trasferito al Comune di Tivoli per una gestione efficace e sostenibile del bene, ai sensi dell’art. 5 comma 5 del D.Lgs. n. 85/2010.
“Nel contesto delle politiche di sviluppo economico e del turismo, l’Accordo di Federalismo culturale segna un traguardo importante non solo per l’amministrazione tiburtina, ma anche per il Ministero della Cultura, che assiste alla completa rinascita e riqualificazione di un bene demaniale di notevole pregio storico-artistico, dopo il lungo inarrestabile declino conseguente alle vicende belliche e al terribile bombardamento del maggio 1944”, riporta una nota il Sottosegretariato del Lazio del ministero della Cultura. “La prevista destinazione museale del Complesso dell’Annunziata è frutto delle concertazioni tra tutti gli attori istituzionali intervenuti ai Tavoli Tecnici Operativi indetti dal Segretariato Regionale per il Lazio tra il 2019 e il 2021”, si chiarisce.
Il nuovo Museo della Città è già fruibile ai primi piani del settecentesco Palazzo della Missione, dopo gli ingenti lavori di restauro del Comune, opportunamente autorizzati dalla Soprintendenza competente.