Approvato l’emendamento salva-pulcini

Animal Equality: "Svolta storica". Sono considerati un vero e proprio scarto di produzione all’interno dell’industria delle uova

Mai più l’uccisione in massa dei pulcini (maschi). La campagna di sensibilizzazione e di lobbying portata avanti da Animal Equality “arriva a un punto di svolta storico con l’approvazione alla Camera dell’emendamento presentato che introduce, entro la fine del 2026, il divieto di abbattimento selettivo dei pulcini maschi, considerati un vero e proprio scarto di produzione all’interno dell’industria delle uova”. Ieri, come riporta Dire.it, la Camera dei deputati ha votato e approvato l’emendamento ‘salva pulcini’ alla Legge di delegazione europea introducendo il divieto della loro eliminazione, “sulla scia di quanto annunciato da altri paesi europei come Francia e Germania”. Animal Equality quindi “non può che celebrare questo passo storico e fondamentale in Italia per la tutela degli animali allevati a scopo alimentare”.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - Elezioni, Maria Rosaria Cecchetti si presenta

Nell’industria delle uova i pulcini maschi sono considerati inutili per la produzione, in quanto non sono in grado di deporre le uova, né possono essere impiegati per la carne, in quanto specie diverse dai più comuni polli broiler utilizzati dall’industria alimentare. Per questo motivo ogni anno, in Italia, vengono uccisi tra i 25 e i 40 milioni di pulcini maschi. Triturati vivi o soffocati, i pulcini vengono abbattuti immediatamente, entro le prime 24 ore dalla nascita, e senza l’utilizzo di tecniche di stordimento. La Camera dei deputati “ha compiuto una scelta di responsabilità e rispetto nei confronti di animali, esseri senzienti, che non possono più essere solo considerati scarti industriali – dice Alice Trombetta, direttrice esecutiva di Animal Equality Italia – L’uccisione selettiva dei pulcini maschi che avviene ogni giorno nell’industria delle uova non può essere ancora considerata la normalità e oggi il Parlamento ha scelto di sostenere la nostra proposta che segue le linee dettate anche dell’Unione europea in materia di benessere animale. È tempo di favorire l’introduzione delle tecnologie ‘in-ovo sexing’ anche in Italia, come già stanno facendo i produttori, e le istituzioni devono impegnarsi in questo percorso fondamentale per il progresso del nostro Paese e degli animali”.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.