Chi cambia casacca dovrà rinunciare ai benefici: perderà la “sua” quota parte delle risorse del gruppo parlamentare a cui apparteneva. E non farà un affare nemmeno il gruppo di accoglienza visto che dovrà dividere budget e uffici tra più componenti. Il nuovo regolamento della Camera è costellato di tagliole per disincentivare il rinnego elettorale. Non prevede il “non gruppo” dei non iscritti, come al Senato, ma scoraggia la fuga nel Misto.
LA BOZZA DEL REGOLAMENTO
La bozza è stata presentata ieri nella giunta convocata dal presidente Roberto Fico, dai due relatori, il forzista Simone Baldelli e il dem Lele Fiano. Dal 2018 a oggi, in questa legislatura si calcolano, tra addii e riabbracci, 302 cambi di casacca.
La riforma dei regolamenti risponderebbe anche all’esigenza di adeguare il funzionamento a un Parlamento con 400 deputati (invece di 630) e di 200 senatori (al posto di 315), come ratificato dal referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Quindi sono stati rivisti tutti i quorum. Un esempio: scenderà da 20 a 14 il numero minimo di deputati necessari per costituire un gruppo parlamentare.