TIVOLI – Ex Concia, via libera alla costruzione di case e albergo

Anche il Consiglio di Stato conferma: i lavori nell’ex fabbrica di via del Colle non sono abusivi. Comune condannato a risarcire le spese legali

I lavori nella ex Concia di Tivoli non sono abusivi.

Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza numero 3762 – ECCOLA - pubblicata giovedì 12 maggio che ha legittimato l’intervento della società “La Vecchia Tivoli srl” e contestualmente condannato il Comune di Tivoli a risarcire le spese legali.

Per la società dell’imprenditore tiburtino Pierluigi Volante il verdetto rappresenta un tassello importante per ottenere il via libera al progetto che prevede la realizzazione di un albergo e di appartamenti in quella che fino alla fine degli anni Quaranta era una prestigiosa fabbrica di pellami. Si tratta di un edificio industriale di circa 4 mila metri quadrati coperti per una volumetria pari a 18 mila cubi costruito tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento in via del Colle, nel Centro storico di Tivoli. Edificio per il quale nel 1999 “La Vecchia Tivoli srl” e il Comune di Tivoli concordarono la riconversione nell’ambito dei Prusst, i nuovi programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio.

Tuttavia, già nel 2004 l’amministrazione comunale iniziò a “mettersi di traverso” con una prima ordinanza di demolizione, alla quale ne seguì una seconda nel 2017.

A chiarire che le opere realizzate finora erano legittime era già stato il Tar del Lazio con la sentenza 7795 – ECCOLA - pubblicata giovedì 12 luglio 2018 che annullò i provvedimenti emessi dall’amministrazione comunale.

Un verdetto impugnato da parte del Comune di Tivoli davanti al Consiglio di Stato che con la sentenza della settimana scorsa ha definitivamente chiarito i dubbi: non ci sono abusi edilizi.

Il Consiglio di Stato ha infatti confermato la sentenza del Tar che ha ravvisato correttamente un difetto di istruttoria inficiante le decisioni amministrative oggetto della causa.

I giudici di secondo grado hanno chiarito che il Comune aveva ordinato la demolizione nella convinzione che si trattasse di un intervento edilizio in assenza di permesso di costruire, ravvisando dunque la presenza di un intervento di nuova costruzione soggetto al previo rilascio del titolo abilitativo edilizio.

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In realtà, ha sentenziato il Consiglio di Stato, non c’è alcuna trasformazione, i lavori eseguiti altro non sono se non un restauro e risanamento conservativo avente la funzione di evitare il pericolo di crolli dell’antico fabbricato.

Nella vicenda è stata determinante la consulenza tecnica d’ufficio redatta dall’ingegner Enrico Migliardi su delega del Tar del Lazio.

Secondo la ricostruzione del tecnico, la vicenda era iniziata quando il Comune si pronunciò sulla richiesta di permesso di costruire in sanatoria ex articolo 36 del Dpr 380/2001 presentata nel 2012 per alcune opere realizzate sull’immobile di via del Colle.

I tecnici dell’Urbanistica ritennero ammissibile l’istanza per la modifica dei prospetti e il rifacimento delle coperture in quanto opere finalizzate a mantenere funzionanti i fabbricati. Tuttavia negarono l’ampliamento del vano torrino e la realizzazione di un nuovo solaio a quota 13 metri e 95 per carenza della cosiddetta doppia conformità.

Per cui con l’ordinanza 32 del 10 gennaio 2017 fu imposta la demolizione delle opere considerate come realizzate senza permesso e in difformità della normativa urbanistica vigente. In sostanza, “La Vecchia Tivoli” aveva realizzato un diverso numero di solai e in particolare un solaio in più tra il primo e il secondo piano del torrino.

La decisione di far abbattere le opere si basava su una precedente ordinanza, la 164/2004, relativa alla parziale copertura del fabbricato realizzata in legno, in travi di ferro e tavelloni, con l’ampliamento della porta d’accesso al piano terra e l’arretramento di una parete, e in particolare si basava sul diniego di condono di un solaio di 70 metri quadrati, 20 dei quali adibiti a terrazzo.

La società di Pierluigi Volante ha sempre sostenuto che non era stata aumentata la cubatura, che i solai altro non sono se non rinforzi di mura perimetrali fatiscenti a rischio di implosione, che l’ampliamento del torrino è un semplice arretramento rispetto al fronte strada. Lo stesso imprenditore ha pure evidenziato che, dopo una serie di crolli sulla pubblica via, il Comune nel 1999 li aveva diffidati imponendogli il consolidamento statico.

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Per cui “La Vecchia Tivoli srl” presentò la Dia e nel 2008 protocollò anche un progetto integrato per una ristrutturazione sistematica dell’edificio al quale il Comune non ha mai dato seguito.

Nel 2010 lo stesso Comune diffidò di nuovo ad effettuare ulteriori opere di consolidamento eseguite con l’avallo della Regione sotto il profilo paesaggistico. Fino a quando nel 2012 per sanare tutte le difformità presentò istanza di accertamento di conformità ex articolo 36 Dpr 380/2001 sul presupposto della piena compatibilità delle opere con la destinazione A3, abitazioni di tipo economico. Il diniego arrivò perché a parere dell’Ufficio Tecnico la zona è classificata A4, ossia abitazioni di tipo popolare.

Davanti al Tar la srl tiburtina aveva evidenziato che le opere considerate abusive rappresentano il 2 per cento della superficie utile e che furono realizzate sulla base delle diffide perché le alte murature rimaste prive dei solai crollati mostravano pericolosi fenomeni di ondeggiamento.

L’Ufficio Tecnico ritiene sussistessero difformità tra lo stato dei luoghi ante operam e quello realizzato nel tempo tra l’altro senza il nulla-osta del Genio Civile.

Secondo i giudici amministrativi di primo e secondo grado è infondato il diniego di sanatoria.

Per questo il Comune di Tivoli nel 2018 era stato condannato dal Tar a pagare la parcella da 12 mila euro del Ctu Enrico Migliardi e a risarcire 5 mila euro per le spese di giudizio sostenute da “La Vecchia Tivoli srl”.

Oggi il Consiglio di Stato ha condannato l’amministrazione Proietti a rimborsare al proprietario della ex Concia altri 3 mila euro di spese legali.

Pagano i contribuenti.

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