MENTANA – “Rapina in villa: mia moglie e mia figlia ostaggio dei banditi”

Intervista all’imprenditore del calcestruzzo Adrian Dediu: “Lo Stato italiano deve cambiare le leggi”

“Siamo arrivati al punto di avere paura in casa propria. Speriamo che lo Stato Italiano cambi le leggi, altrimenti fatti del genere non verranno mai fermati”.

Adrian Dediu, 52 anni, è un imprenditore di origine moldava in Italia dal 2000, titolare della “Madjs 2011 Srl”, azienda molto nota nel settore dell’edilizia per le sue betoniere che trasportano calcestruzzo in tutto il Lazio.

E’ sua la villa di via del Romitorio a Mentana, dove nella serata di martedì 15 aprile 4 uomini vestiti di nero armati e incappucciati hanno fatto irruzione, sequestrando la moglie e la figlia e portando via contanti e preziosi per un valore presunto di circa 10 mila euro (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Il quotidiano on line Tiburno.Tv ha contattato telefonicamente Adrian Dediu giovedì 17 aprile, a 48 ore di distanza dalla rapina, mentre l’imprenditore è impegnato a installare nuove misure di sicurezza per la tenuta a Casali di Mentana dove ha sede la sua “Madjs 2011 Srl”.

Come stanno sua moglie e sua figlia?

“Si stanno riprendendo piano piano: è stato uno choc essere sorprese, minacciate con le pistole e sequestrate in casa”.

Può raccontarci come è andata?

“I ladri hanno tagliato la recinzione, hanno fatto più buchi e si sono introdotti nella proprietà.

Verso le 21,10 mia moglie è uscita in giardino per chiudere una persiana difettosa, mentre tornava in casa prima della porta ha visto uscire da dietro ad una pianta un uomo che andava verso di lei.

A quel punto ha provato a scappare e si è ritrovata tre uomini addosso, lei ha urlato ma le hanno chiuso la bocca”.

E sua figlia?

“Mia figlia era in casa, quando ha sentito le urla è uscita e le hanno puntato le pistole”.

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Le hanno legate?

“No, le hanno chiuse dentro una stanza e uno dei banditi è rimasto con loro a parlarle: “State calme, è tutto a posto”, le tranquillizava dopo aver chiesto dove stavano i soldi e l’oro e gli altri ripulivano la casa.

Si sono anche preparati una finestra di fuga ma non l’hanno usata: nel caso in cui fosse arrivato qualcuno dall’entrata principale, loro sarebbero fuggiti sul retro”.

Sua moglie e sua figlia sono state picchiate?

“No, non erano violenti.

A mia moglie uno voleva togliere la fede nuziale, lei si è opposta e un altro bandito ha fatto segno di lasciarglielo. Mia figlia indossava un altro anello e ha chiesto: “Questo me lo ha regalato mia nonna, lasciatemelo per favore”.

E non glielo hanno preso.

Sono fuggiti attraverso le campagne”.

A quanto ammonta il bottino?

“600 euro in contanti e l’oro di famiglia: i gioielli al negozio costano circa 10 mila euro, ma vendendoli usati non so a quanto possano essere stimati”.

Quanto è durata la rapina?

“Dieci minuti, un quarto d’ora: dalle 21,10 alle 21,25 più o meno”.

Quanti erano i banditi?

“Mia moglie ne ha visti quattro sicuramente: tre sono entrati in casa e il quarto è rimasto all’esterno.

Non sappiamo se c’era anche un quinto uomo, ma fuori dalla recinzione ho trovato impronte umane sull’erba, segno che uno sicuramente è stato là poi ha scavalcato.

Può darsi che fosse il quinto”.

Parlavano italiano?

“Sì, uno soltanto parlava italiano, ma aveva l’accento straniero, si sentiva che non era italiano pulito: erano albanesi o croati. Gli altri non hanno parlato”.

Secondo lei, era un colpo studiato e organizzato?

“Non posso dirlo, comunque erano dei professionisti: avevano le pistole, erano mascherati, comunicavano attraverso delle trasmittenti, non hanno avuto paura di niente”.

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Secondo lei sapevano che lei non era presente in casa?

“Mia moglie non ha capito se sapessero o meno. Le hanno chiesto: “Chi deve arrivare?”. Lei ha risposto: “Stanno arrivando mio marito e mio figlio”.

E allora con la radiolina l’unico che parlava ha comunicato al complice di fare attenzione all’entrata”.

Lei che idea si è fatto?

“Che si deve aver paura a stare in casa propria.

Nel 2011, appena arrivati in via del Romitorio, tre ladri tentarono il furto mentre noi non eravamo in casa.

Scattò l’allarme, il vicino uscì fuori e i ladri fuggirono via. Da allora ad oggi non era mai successo nulla. Anche perché la mia proprietà è protetta con gli allarmi, i sensori e l’impianto di videosorveglianza.

Ho sempre pensato che in nostra assenza ci fosse comunque il sistema di sicurezza.

Ma se ti aspettano davanti al cancello con la pistola non puoi fare nulla, non sei nessuno”.

Ora come vivete?

“Ci vuole il tempo per riprenderci.

Ora mia moglie e mia figlia durante il giorno stanno con la porta chiusa a chiave, mentre fino alla scorsa settimana stavano con porte e finestre aperte. Questa non è una vita normale, non si è liberi dentro casa propria”.

Prenderà ulteriori misure di sicurezza?

“Certo. Sto installando ulteriori pali della luce, altri sensori, un altro allarme ancora: devo investire sugli allarmi e basta”.

La paura passa in questo modo?

“Speriamo.

periamo che passa la paura, ma speriamo anche che non tornino perché ormai hanno svuotato tutto e un po’ di anni devono passare.

Speriamo anche che in Italia cambino un po’ di leggi, perché con quelle di oggi non riescono a fermarli”.

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