TIVOLI - Cacciatore sorpreso in area protetta: revocato il porto di fucile

Il reato penale è prescritto, ma l’uomo non potrà tornare a sparare: condannato a risarcire la Questura

Fu beccato mentre sparava alla fauna in un’area protetta, per questo venne denunciato e gli fu ritirato il porto d’armi.

In realtà il reato si è estinto per prescrizione, il cacciatore è rimasto incensurato e ora avrebbe voluto la riconsegna della licenza di uccidere animali.

Una richiesta inammissibile.

Lo stabilisce la sentenza numero 16775 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA - pubblicata oggi, lunedì 29 settembre, dalla Sezione Prima Ter del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio.

I giudici hanno rigettato il ricorso dell’uomo al quale il 3 dicembre 2015 la Questura di Roma aveva revocato la licenza di porto di fucile per uso caccia rilasciata il 27 agosto 2010 dal Commissariato di Fidene Serpentara proprio a causa del procedimento penale a suo carico per esercizio di attività venatoria in aree protette e ricettazione.

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Tuttavia il Tribunale di Tivoli ha recentemente emesso una sentenza di prescrizione.

Per questo il 29 gennaio scorso ha chiesto alla Prefettura di Roma la restituzione del libretto personale per licenza di porto di fucile per uso caccia senza aver ricevuto alcun riscontro.

Nel giudizio davanti al Tar del Lazio si sono costituiti il Ministero dell’Interno, la Questura di Roma e la Prefettura di Roma, sottolineando che il cacciatore non avrebbe presentato alcuna istanza di rinnovo del titolo di polizia, né alcun ricorso contro il provvedimento di revoca della licenza richiesta in restituzione.

Pertanto il titolo revocato ha perso validità il 3 dicembre 2015, ossia al momento della notifica del provvedimento della Questura, e che, in ogni caso, il titolo, materialmente distrutto, è scaduto il 27 agosto 2016.

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Il Tar ha condiviso le ragioni della Questura e ha condannato il cacciatore a rimborsare mille euro per le spese di giudizio sostenute.

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