Perdere la vita per un banale litigio durante una notte d’estate. Morire a causa di un pugno e di una caduta a terra.
E’ morto così il 4 gennaio 2023 Sami Kourid, 27enne di Tivoli, dopo essere rimasto gravemente ferito ad agosto 2022 durante una lite avvenuta in piazza Giuseppe Garibaldi, nel centro della città (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
Per questo oggi, giovedì 16 maggio, la Corte d’Assise di Roma ha condannato in primo grado per omicidio preterintenzionale a dieci anni e sei mesi di reclusione Marco A., un 37enne tiburtino già noto alle forze dell’ordine.
Alle 16,30 di oggi il Collegio della Seconda Sezione presieduto dal giudice Antonella Capri ha emesso il verdetto a un anno esatto dall’inizio del processo nell’aula bunker di Rebibbia, condannando l’imputato alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.
Nella sua requisitoria il sostituto procuratore della Repubblica di Tivoli Gabriele Iuzzolino ha richiesto una condanna a 12 anni di reclusione, contestando a Marco A. la recidiva infraquinquennale per un episodio di spaccio di stupefacenti, che il Collegio ha compensato col riconoscimento delle attenuanti generiche equivalenti.
Nel processo si erano costituiti parti civili anche i familiari di Sami Kourid, in particolari i figli Chanel di 10 anni e Leonardo di 7, rispettivamente attraverso gli avvocati Cristian Cerquatti e Alessia Mattoni di Tivoli, e la mamma Rosanna Fanelli, 49enne rappresentata dall’avvocato Leonardo Rosa di Roma.
Il Collegio ha riconosciuto ai familiari il diritto al risarcimento danni da quantificarsi in un separato giudizio civile e ha condannato Marco A. al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 70 mila euro per ciascuna parte civile costituita, oltre al pagamento delle spese legali.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Tivoli attraverso i testimoni presenti al fatto, la tragedia di Sami Kourid si è consumata nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 agosto 2022.
Quella notte Sami Kourid era in piazza Garibaldi insieme alla comitiva di amici mentre Marco A. era in compagnia di alcune persone.
Pare addirittura che vittima e aggressore si conoscessero, almeno di vista.
Fatto sta che all’improvviso i due avevano iniziato a litigare e Marco A. aveva colpito con un solo pugno al volto Sami Kourid, il quale è stramazzato sul selciato, forse dopo aver battuto la testa contro una panchina.
Nella caduta il 27enne aveva riportato una frattura del cranio e un’emorragia cerebrale, tant’è che le sue condizioni erano apparse subito gravissime.
Così mentre Marco A. si era dileguato, in piazza Garibaldi era intervenuta un’ambulanza del 118 e le pattuglie dei carabinieri. I sanitari avevano rianimato il giovane sul posto prima di trasportarlo al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli, dove Sami Kourid era stato sottoposto a Tac.
La radiografia aveva accertato la grave lesione cerebrale, per questo il 27enne era stato trasferito al policlinico “Umberto I” di Roma e ricoverato in stato di coma.
Nel frattempo i carabinieri, attraverso le testimonianze e la visione delle telecamere di video-sorveglianza, avevano identificato Marco A. e dopo circa tre ore dall’aggressione lo avevano prelevato a casa: il 36enne italiano era stato denunciato a piede libero per lesioni gravissime.
Sami aveva lottato tra la vita e la morte superando diversi interventi.
Una battaglia lunga 5 mesi fino a quando il suo cuore ha cessato di battere.
Oggi si è concluso i processo di primo grado: le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 60 giorni.