Si chiama Tommaso Bortolazzi, è uno skipper professionista di 42 anni originario dei Castelli Romani e residente a Civitella San Paolo, piccolo centro al confine con Capena e Fiano Romano, ed è uno degli attivisti fermati l’altra notte in acque internazionali dalla marina militare di Israele.
Tommaso Bortolazzi era a bordo della Maria Cristina, una delle 51 imbarcazioni della Flotilla Sumud, missione umanitaria diretta verso Gaza, e attualmente è nel carcere di massima sicurezza nel deserto del Neghev in Israele.
Insieme a lui un equipaggio formato da tre cittadini turchi e uno uruguayano, oggetto di abbordaggio con gli idranti da parte della marina israeliana.
Preoccupazione ad Albano Laziale, la sua città d’origine, dove Tommaso ha studiato al Liceo Classico prima di laurearsi in Giurisprudenza all’università di Tor Vergata.
Per il 42enne attivista è stata organizzata una manifestazione spontanea con la partecipazione di centinaia di persone, insieme a quelle già in corso per la Palestina, unite sotto slogan come “Basta Genocidio” e “Palestina libera dal fiume fino al mare”.
La protesta si è svolta in modo pacifico e ha trovato il sostegno di molti cittadini.
Salpato da Creta con la Flotilla Sumud, la missione umanitaria verso Gaza non era la prima per lo skipper residente a Civitella San Paolo.
Già nel 2007 Tommaso era stato impegnato in iniziative di solidarietà a Gaza e Cisgiordania nell’ambito del progetto “Carovana Sport sotto assedio”.