E’ un Pippo Franco più riflessivo rispetto a quello comunemente conosciuto in tv con il Bagaglino, ma che sa sempre e comunque innestare la sua verve comica quando lo spettacolo lo richiede.
In scena con lui ci sono i Pandemonium, storico gruppo musicale e teatrale che impreziosisce il racconto di ironia e canzoni. Ed è proprio all’ironia che è affidato il difficile compito di recuperare l’uomo odierno, quell’uomo ridotto ad essere un numero dalla società contemporanea, identificato più con il suo codice fiscale che con la sua anima.
Lo spettacolo
Il sipario si apre e l’ingresso di Pippo Franco è preceduto dalla videoproiezione di una sua interpretazione della canzone che dà il nome allo spettacolo, Sanzionami questo, appunto. Da lì comincia la lunga cronaca delle assurdità della contemporaneità, tra spunti di riflessioni ed improvvise accelerazioni di comicità. Sarà l’ironia a salvare l’uomo dai mille problemi con cui deve raffrontarsi ogni giorno, l’ironia come meccanismo di difesa della mente per dissimulare la realtà e trovarne una via d’uscita. Ed è così che vengono snocciolati gli improbabili racconti di una Roma invasa da un esercito di guerriglieri orientali, costretti a rinunciare al loro intento dagli endemici problemi che affliggono i cittadini della Capitale (traffico, buche, manifestazioni, blocchi del traffico, lo zelo a volte eccessivo degli ausiliari del traffico, ecc.).
Gli spunti di riflessione sono affidati anche alle canzoni che i Pandemonium interpretano, su tutte, quelle di Giorgio Gaber, capace di anticipare nei suoi brani alcuni problemi di strepitosa attualità.
Prima del finale e della chiusura del sipario, ancora uno spunto di riflessione affidato alla videoproiezione de La felicità di Roberto Benigni. L’ironia non cancellerà i nostri problemi, ma quantomeno ci fornisce una via di fuga dalla realtà. Le circa due ore di spettacolo di Sanzionami questo, nel complesso, ci riescono abbastanza bene.
Marco Scipioni
